Gruppo Trombini: richiesta di proroga della cassa integrazione a gennaio 2015
Si riaccendono le speranze per i quasi 400 lavoratori dei quattro stabilimenti del gruppo Trombini, dislocati tra Torino, Ferrara, Ravenna e Pesaro. Prossimamente, infatti, dovrebbe arrivare il decreto di proroga della cassa integrazione in scadenza a luglio. A spiegarlo, questa mattina, è stato l'avvocato Mauro Cellarosi, che ha indetto una conferenza stampa nel suo studio - in presenza di Andrea Trombini, dell'assessore comunale Massimo Cameliani, del liquidatore Renzo Galeotti e delle forze sindacali - per informare che “il 24 luglio l'azienda proporrà una domanda di proroga della cassa integrazione di sei mesi, ovvero fino a gennaio 2015. Grazie all'attenzione costante e all'approvazione del giudice del tribunale di Ravenna delegato ai Fallimenti, Alessandro Farolfi, si è potuta presentare, al ministero del Lavoro di Roma e alla Regione Piemonte, una relazione che permetterà una prosecuzione, anche parziale, dell'attività. Chi vuole potrà andare in mobilità volontaria. La domanda di proroga permetterà di mantenere il know-how professionale, fondamentale per una prospettiva di continuità professionale e occupazionale, almeno parziale”. Importante - secondo l'avvocato - è stata anche la partecipazione degli organi sindacali, di Ravenna, Ferrara, Torino e dei referenti nazionali. I responsabili sindacali presenti questa mattina hanno infatti dichiarato di avere “apprezzato il lavoro fatto fino ad oggi per dare continuità industriale a queste imprese. Ora dobbiamo far sì che non si ripetano i ritardi nei pagamenti: i lavoratori percepiscono infatti una cassa integrazione dall'Inps che si interromperà tra pochi giorni. Per questo avremo bisogno di riparlare con le banche: in passato tutte le istituzioni ravennati si sono adoperate per fare da collante e l'azienda darà tutto il supporto possibile per la consegna della documentazione necessaria”. Ad oggi, come sottolineato dallo stesso Andrea Trombini “sono diverse le manifestazioni di interesse per la cessione dei rami aziendali, che si stanno traducendo in 4 trattative. Un paio sono italiane e un paio sono estere: tutte e quattro sono realtà che operano nello stesso settore”. Intorno ai 100milioni il valore di realizzo previsto dal piano concordatario degli asset delle due società.