FAENZA | Gioele Dix e difetti del Belpaese, mercoledì 23 alla Molinella

Faenza | 16 Luglio 2014 Cultura
faenza--gioele-dix-e-difetti-del-belpaese-mercoled-23-alla-molinella
Federico Savini
«Lo so che sembra ruffiano dirlo a un romagnolo ma è davvero così, l’Italia dovrebbe prendere esempio dalla Romagna: la vostra è una terra in cui ci si diverte, ma sapete anche far funzionare le cose, non si eccede né da una parte né dall’altra». Esistono anche i luoghi comuni veri, dopo tutto, e se lo dice uno che gira l’Italia Onderòd da parecchio tempo ci si può fidare. Mercoledì 23 luglio, alle 21.15 in piazza Nenni a Faenza per Masini Estate arriverà Gioele Dix con uno spettacolo chiamato proprio Onderòd, un’esilarante sguardo al microscopio sui peggiori difetti degli italiani, dall’indisciplina all’inaffidabilità, dalle esasperazioni che guastano anche le cose giuste fino all’esterofilia. E, visto un titolo del genere, non sarà che tra i vizi degli italiani c'è anche un'esterofilia un po' cialtrona?
«C’è eccome – conferma Gioele Dix -, ho una gran paura che l’esterofilia tra non molto porterà anche sui vocabolari parole come Onderòd! La nostra ancora di salvezza sono i dialetti, che per fortuna si parlano ancora molto in Italia. Questo è uno spettacolo estivo, snello: siamo solo solo io, un microfono e Savino Cesario che mi accompagna alla chitarra, una cosa onderòd, appunto. Tra l’altro al Masini sono venuto diverse volte, ma non mi sono mai esibito all’esterno, è una piazza molto bella».
Tra i vari vizi italiani qual è quello che le dà più fastidio e quale quello sul quale sente più resistenze da parte del pubblico?
«Resistenze ne incontro poche perché il pubblico è molto sensibile ai nervi scoperti e tante risate sono proprio liberatorie. Certo, all’inizio tutti pensano che io stia descrivendo il cognato o il vicino di casa, ma poi capiscono che parlo anche di loro. Credo che il successo del personaggio dell’automobilista, che c’è nello spettacolo, derivi dal fatto che in tanti ci si possono riconoscere, io per primo. Quel che mi da fastidio è in primo luogo la disorganizzazione, che ci fa abituare a standard bassi e a sorprenderci quando le cose filano lisce. E poi la maleducazione, che comincia dalle formalità e arriva alla confusione dei ruoli, alla mancanza di rispetto, ai bambini che fanno confusione senza che nessuno gli dica nulla e cose del genere. Sono cose un po’ antipatiche ma credo vadano dette. Poi, ovviamente, sono io il primo ad essere italiano e casinista!».
E invece cose buone ma puntualmente esasperate come il salutismo e il ritorno alla campagna come si spiegano?
«Tengo molto a quella parte dello spettacolo, funziona bene proprio perché è indubbio che curare l’alimentazione e la salute sia una conquista di civiltà dei nostri tempi. Però poi l’esasperazione è dietro l’angolo e bisogna riconoscerlo. Oggi è normale invitare un po’ di amici a cena e poi ritrovarsi impreparati a gestire il celiaco, il vegetariano e quello che non mangia carne ma solo alla sera. E’ diventato una specie di slalom. Poi ci son quelli che abbandonano le città perché sono invivibili, che in parte è vero, se ne vanno nel casale in campagna da cui però fuggono dopo un mese dopo perché non lo sanno gestire, e figurati se l’ammettono. Io non critico queste tendenze, faccio solo un inno alla libertà di coscienza».
Chi l’ha vista dal vivo sa che il suo italiano è perfetto. Da dove nasce questa attenzione?
«Sto molto attento, la lingua è un tema che mi appassiona e ogni volta che pubblico un libro mi confronto a lungo con gli editor. Bisogna tener conto che la lingua evolve, non si vive di soli arcaismi, però l’italiano ha una ricchezza di sfumature straordinaria: racconta i sentimenti, le qualità degli oggetti e si presta a usi comici in maniera formidabile, giocando anche sui registri. Quindi la lingua deve essere viva, ma non proprio identica a quella della strada, il palco è pur sempre un filtro attraverso il quale si interpreta la realtà».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it n5913-faenza-gioele-dix-e-difetti-del-belpaese-mercoledi-23-alla-molinella 004
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione