Pineta a lido di Dante, due anni fa il rogo, oggi rinasce, ma c'è il rischio erosione
Il tempo umido e piovoso, finora, ha aiutato. Naturalmente, con un intervento limitato della Forestale che ha piantato 12mila piantine di latifoglie (lecci, farnia, frassini), pineta Ramazzotti sta ricrescendo: «Il pino marittimo si diffonde con i propri semi e attualmente sono migliaia gli arbusti alti tra i 40 e i 50 centimetri che si vedono nell’area recintata», racconta il responsabile dell’Ufficio per la Biodiversità della Forestale il comandante Giovanni Nobili. Questa la situazione a due anni dal devastante incendio che il 19 luglio 2012 si portò via 60 ettari di bosco in un giorno e mezzo di fiamme appiccate dolosamente, secondo le indagini della Procura, tuttora in corso. E’ bastato quindi liberare l’area dalle piante bruciate, un’operazione che si è conclusa nella primavera scorsa e la specie autoctone stanno ricrescendo da sé («Altre latifoglie stanno germinando dalle radici delle piante bruciate», precisa Nobili). Mentre le specie introdotte in pianeta Ramazzotti da altre zone d’Italia sono state ripiantate: in particolare 200 pini domestici e 12mila le latifoglie (lecci, frassini e farnie) reintrodotte dai vivai della Forestale. «Se tutto andrà come deve, entro 5 anni osserveremo arbusti che potranno raggiungere il metro d’altezza, entro 10 anni i tre metri e entro 20 anni torneremo ad avere una pineta che fa ombra», stima Nobili. Il condizionale è d’obbligo, non solo e non tanto per le questioni meteorologiche (con la siccità, ovviamente, la crescita rallenterà) ma soprattutto per l’erosione, un fenomeno che quest’anno a Lido di Dante ha raggiunto livelli preoccupanti. «Ovviamente i pini circondati dall’acqua salata non possono crescere - chiarisce Nobili -. L’erosione sta modificando il profilo della spiaggia che si sta riducendo a scapito della duna che proteggeva la pineta (già quest’inverno l’acqua del mare è entrata nell’area pineale, ndr). Il punto più critico a sud del campeggio Ramazzotti. Se non verranno messe in campo forme di difesa adeguata che però il Comune, a quanto mi risulta, sta studiando, è verosimile che tra qualche il mare si mangi una parte di pineta».
Ma sono tante ancora le contromosse da provare. Intanto già dall’anno scorso, una parte della pineta bruciata è stata recintata per non disturbare la ricrescita. Un divieto abbastanza rispettato «Tra l’anno scorso e quest’anno abbiamo elevato uno cinquantina di multe a curiosi e frequentatori della spiaggia», quantifica Nobili. Coi nudisti, insomma, la tregua, dopo la chiusura di una parte della spiaggia fino al 15 luglio (per permettere a Fratino di nidificare) pare essere stata trovata. Calma piatta, quindi? A nemmeno due anni dal vasto incendio, da parte della Forestale non sono previste iniziative per ricordare l’anniversario della strage di alberi e anche le visite guidate nell’area devastata languono. Nessuno si ricorda più della pineta bruciata? «Non mi pare - ragiona Nobili -. Il caldo estivo rende disagevole in questo periodo visitare l’area recintata. Ma in primavera sono venuti i ragazzi dell’Albero in festa, e poi gruppi di scout, turisti e scuole. Gli aiuti sono arrivati: con i 140mila euro di fondi europei reperiti dalla Provincia, oltre agli alberi già piantati, a breve potremo comprare un nuovo mezzo per lo spegnimento di incendi e realizzare una torretta per l’osservazione e la segnalazione di roghi. Anche il Wwf ha dato il suo contributo. Serve del tempo per vedere i risultati». (Daniela Verlicchi)