Sandro Bassi
Benvenuti, anzi bentornati alla sesta edizione dell’ Arena delle Balle di Paglia, a Cotignola da
giovedì 17 a martedì 22 luglio. Come ormai noto, i sei giorni di «paglia, creatività, musica, racconti e arte nel teatro del paesaggio» si tengono in un’ansa golenale del Senio, anzi, proprio «dove il canale emiliano romagnolo incontra il Senio», sotto la luna e le stelle, seduti su balle di paglia, con l’argine del fiume alle spalle e il bosco di acacie e sambuchi di fronte, a far da sfondo al palco. La formula dell’accesso solo pedonale (l’auto si lascia a 1 km di distanza, nel comodo parcheggio del campo sportivo), con una camminata fra orti e vigneti, è ovviamente confermata.
«Ostinatamente - ha esordito il presidente di Primola (associazione organizzatrice principale), Mario Baldini, nel presentare il programma - noi cerchiamo di coltivare i sogni. E malgrado i tempi che corrono, dobbiamo essere ottimisti. Quindi, per reagire ci rifugiamo nel poetico e nell’onirico».
Le parole di Baldini servono a rendere lo spirito dei sei giorni, improntati in effetti più ad una condivisione di affetti, sensazioni e atmosfere che non alle solite «iniziative». C’è ovviamente un programma - con concerti e un’infinità di altre manifestazioni - ma non è un caso che il sindaco, Luca Piovaccari, abbia premesso che «l’arena ormai per noi è quasi una filosofia di vita: c’è la socialità, il volontariato, l’ambiente... e io stesso sono qui non tanto e non solo come sindaco, ma soprattutto come caricatore di paglia» (si riferiva alla preparazione, che si terrà all’alba di sabato 12, con raccolta e posizionamento di mille balle, accompagnati da un concerto di violino: nella riuscita di questa festa che si ripete da sei anni c’è anche questo).
Ma veniamo al sodo: il programma è estremamente vario ed articolato, non riassumibile qui (ma si trova ovunque, in cartaceo e sul sito di Primolacotignola) se non per sommi capi: si inizia, come detto, giovedì 17 alle ore 19 con racconti, fiabe, danze, proiezione di un film («Vacanze al mare» di Ermanno Cavazzoni, presente di persona) e l’inaugurazione dei nidi costruiti durante il laboratorio di tre giorni coordinato dall’artista Oscar Dominguez che ci ha ormai abituato a vedere come con la natura e i suoi materiali si possa fare autentica poesia.
Venerdì si prosegue con vino al tramonto, racconti fotografici, i suoni di Luigi Berardi e Barbara Zanoni e un concerto dei Bevano Est. Per sabato è previsto un aperitivo musicale con i Jean Fabry e un concertone «di fiume» (50 musicisti in movimento, tra l’argine e i campi, per eseguire la Shahrazad di Korsakov) a cura dell’orchestra Senzaspine.
Se per domenica l’evento principale è quello di Emilia Romagna Festival (con Ramin Bahrami, il pianista iraniano che suona le Variazioni Goldberg di Bach), ci sono pure altre sorprese, con minestroni offerti al pubblico, baratti fra prodotti della terra e teatro, e un concerto notturno con la compositrice basca Koro Izutegui.
Lunedì c’è il Grande Coro delle Balle di Paglia diretto da Roberto Bartoli e martedì, fra saluti e aste finali (si vendono balle, letteralmente), il ballo collettivo con l’Orchestrona della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli.
Tra le informazioni pratiche, c’è da dire che all’Arena si trova sempre da mangiare (piadine farcite, couscous e macedonie) e da bere (birre e vini di qualità che costituiscono il nuovo arrivo di quest’anno), una serie di cose fisse da vedere (mostre fotografiche nella vicina casa, installazioni artistiche, ecc.) e infine che da quest’anno la serata inaugurale è ad offerta libera mentre per quelle successive è richiesto un contributo di almeno 2 euro, salvo i concerti di Bahrami (12 euro) e «di fiume» (5 euro).
E’ consigliabile portare con sé una torcia perché al ritorno, tra i filari, non si perde neanche un bambino ma è comunque un gran buio.