Porto, al via agli scavi, 200mila metri cubi di fanghi in mare
La conferenza dei servizi di martedì 1° luglio ha stabilito che possano iniziare gli scavi - ormai non più prorogabili - all’imboccatura del porto e 200mila metri cubi di fanghi saranno portati in mare aperto. Il 16 luglio, poi, verranno presentate le aree di stoccaggio alla commissione consiliare che le invierà al ministero che le ratificherà entro l’autunno e poi potranno iniziare gli espropri per un valore di circa 40 milioni di euro.
D’altronde la visita al porto di lunedì 30 giugno scorso del viceministro alle Infrastrutture e trasporti Riccardo Nencini ha confermato l’impegno del Governo sulla città di Ravenna e sul suo scalo che il vice di Lupi ha visitato con una motovedetta della Capitaneria prima di incontrare le autorità e gli operatori.
«C’è già un progetto di approfondimento dei fondali e sulle nuove banchine - ha ribadito Nencini -, finanziato dal Cipe con 60 milioni di euro. Ma i fondi europei potrebbero arrivare anche sul secondo progetto, ancora da finanziare: ovvero, quello legato all’intermodalità, alle attività mercantili e commerciali, che serviranno a dare respiro alla città». Ovvero quello relativo al superamento dei due passaggi a livello di via Alberoni e via canale Molinetto.
I punti discussi intorno a cui ruota tutto il futuro del porto sono stati l’approfondimento dei fondali all’imboccatura del porto e quelli inerenti a tutto il canale, il famoso «Progettone»: la conferenza dei servizi di martedì mattina infatti ha affrontato proprio il problema dell’escavo, all’imbocco del porto, di circa 200mila metri cubi di fanghi che saranno collocati in mare aperto.
Mentre per il «Progettone» sarà importante la commissione consiliare del 16 luglio, quando l’Autorità portuale presenterà in Comune il piano delle aree dove collocare il materiale di dragaggio. Si tratta di terreni da espropriare - operazione che costerà 40 milioni di euro - di proprietà Cmc (area logistica 3 a Porto Fuori e area 4), Sapir in largo Trattaroli, un terreno vicino al ponte mobile di Alma Petroli. La bozza verrà inviata al ministero e si procederà poi con la stesura definitiva entro settembre-ottobre.
Nencini ha sottolineato che «Ravenna è al centro di un quadrante, è uno di quei porti che comunque lo valuti è sempre al terzo o quarto posto, con numeri che sono superiori anche a porti come Venezia e Trieste. E’ uno dei grandi nodi logistici italiani, perché sta nell’asse dal Baltico al Mediterraneo, ha una puntualità forte, ha assi viari importanti».
L’assessore regionale alla Mobilità, Alfredo Peri, ha parlato anche della E55. «Bisogna fare un passo avanti sui nodi infrastrutturali, anche perché in questi sei mesi di presidenza italiana dell’Unione europea si possono assumere decisioni rilevanti per alcuni processi chiave. Il porto di Ravenna e le grandi direttrici infrastrutturali sono dentro al sistema paese. La E55 è un intervento enorme, una delle grandi opere infrastrutturali italiane, senza costo per lo Stato perché interamente a carico dei privati. Qualunque siano le scelte approvate in questi giorni dal Cipe, bisognerà pensare di puntare anche solo alla parte di collegamenti tra Cesena e la Ferrara mare».
Elena Nencini
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