Conviviale di fine anno di venerdì 4 al Propeller Club. Bassi: «Un anno in crescita»
«Possiamo tracciare un buon bilancio di questa stagione: abbiamo avuto serate, a partire dalla prima sulla dogana, molto partecipate e interessanti, dove abbiamo proposto spunti e idee per migliorare il nostro porto, partendo dalla sottolineatura delle cose positive e dalle critiche costruttive di quelle negative. Anche le serate culturali sono state seguite. Sono cresciute le posizioni associative: oggi i soci sono quasi 200 e alle serate abbiamo avuto una media di un centinaio di persone con punte al di sopra delle 120». Così l’avvocato Simone Bassi, presidente del Propeller Club di Ravenna, racconta l’andamento dell’associazione che si concluderà venerdì 4 luglio prossimo con la classica cena conviviale a Milano Marittima «che vedrà un’alta presenza delle istituzioni e sarà un ottimo momento per fare pubbliche relazioni in un contesto più rilassato rispetto al solito».
Avete già alcune idee per il prossimo anno?
«Stiamo ancora ragionando sul programma, ma vorremmo continuare a dare alcuni spunti, anche originali come è già accaduto quest’anno nella serata degli idrovolanti. Sicuramente saranno incontri propositivi nei quali affronteremo e analizzeremo le problematiche su cui si scontrano ogni giorno i nostri soci».
Qualche idea ce l’ha già?
«Il primo incontro, subito alla riapertura a settembre, potrebbe riguardare un ragionamento sulla bonifica che Eni deve fare nell’area ex Sarom, che doveva diventare la cittadella della nautica. Porteremo qualche idea e una rivalutazione del progetto iniziale che possa tenere conto di un insediamento nuovamente produttivo. Eni a Venezia ha ceduto aree simili al Comune insieme ai soldi che sarebbero serviti alla bonifica. E’ una strada percorribile anche da noi? Sicuramente è uno spunto interessante per un tavolo di confronto che sia propositivo».
Altre direttrici su cui vi muoverete?
«Bisogna che mettiamo in piedi una campagna di valorizzazione del nostro porto fuori dai confini locali, per promuoverlo almeno in ambito nazionale. A partire da Milano e dall’Expo che possono attrarre nuovi importanti traffici commerciali».
Dal suo osservatorio, come vede il porto?
«I tempi delicati durano da un po’ troppo. Statisticamente parlando, qualche piccolo segnale c’è. E’ dal 1988 che faccio questo lavoro e sento parlare di Progettone e progettini, di tre priorità che sono sempre le stesse: fondali, ferrovia ed E55. Tutte le volte sembra fatta. Speriamo sia la volta buona».
Come giudica l’avvio dell’escavo?
«Fondamentale. A forza di grandi opere si è rischiato di sottovalutare l’esigenza dell’immediato che rischiava di diventare a breve una vera e propria emergenza».
Christian Fossi
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