Galliano Di Marco: «Porto, oltre 40 espropri per lo stoccaggio»
Servirà qualche settimana in più (metà luglio anziché fine giugno) per portare il progetto definitivo al Cipe e ci saranno più espropri del previsto (oltre 40) che coinvolgeranno anche 5/6 grandi aziende del territorio che oggi occupano aree che saranno destinate allo stoccaggio dei fanghi.
La road map verso il compimento del «progettone» la delinea chi in questi ultimi anni si è fatto carico di tutto il peso e delle responsabilità del caso, cioè il presidente dell’Autorità portuale Galliano Di Marco.
«Le aree di stoccaggio sono state individuate e sono state incardinate come da nostra proposta, sia Arpa che Regione sono informate. Dai prossimi giorni incontreremo cittadini o aziende coinvolte negli espropri, non ho intenzione di fermarmi per qualche capriccio di qualcuno».
Presidente, oggi sul suo tavolo c’è anche l’ordinanza della Capitaneria che «vigila» sugli ingressi in porto. Una pressione in più?
«Non possiamo più rimandare nulla, anzi. Comincerò in luglio a scavare e portare a mare, dove consentito, altrimenti rischiamo che gli armatori che mandano le navi a Ravenna, di fronte a questi limiti sempre più evidenti, cambino destinazione e per noi sarebbe un guaio enorme».
Le aree di stoccaggio quindi sono definite? Ci sono novità?
«Le zone d’area logistica le abbiamo individuate e discusse con gli enti locali. Le presenteremo pubblicamente ad inizio luglio. Ora si tratta di comunicare ai soggetti interessati da esproprio il progetto ed i suoi tempi attuativi. Parliamo di oltre 40 casi, fra cui alcune grandi aziende della città. Si tratta comunque di un grande progetto di risanamento ambientale, che comprende in primis lo svuotamento delle casse di colmata, che sono rifiuti (da fare in ogni caso). Utilizzeremo tutti gli strumenti necessari per portare a termine il progetto, su questo non ho dubbi, parliamo del futuro del porto di Ravenna».
Vede rischi ulteriori perché il «progettone» venga bloccato al Cipe?
«Oggettivamente non ne vedo, anche il ministro Lupi, nella sua visita a Ravenna ad inizio maggio, mi ha confermato che il nostro progetto è l’unico piano di Hub portuale inserito nella legge obiettivo. Sono 200 milioni pubblici che si possono appaltare, più altri 200 milioni di progetti privati, come ad esempio il Terminal container, che potranno partire».
Che tempi avete perché non decada il finanziamento dei 60 milioni del Cipe?
«Entro metà 2015 per fare il bando, i tempi adesso ci sono ancora tutti, ma non possiamo perdere tempo. L’ordinanza della Capitaneria è un ulteriore campanello d’allarme ‘sulla salute’ del nostro porto. O si interviene o si rischia sul serio di morire».
Manuel Poletti
direttore@settesere.it