Presentato il catalogo della venticinquesima edizione del Ravenna Festival

Ravenna | 03 Giugno 2014 Cultura
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Si è svolta stamane nel foyer del Teatro Alighieri la presentazione del libro di Ravenna Festival 2014, a cui sono intervenuti Cristina Mazzavillani Muti, Giannatonio Mingozzi, Antonio De Rosa e Franco Masotti. Al termine della conferenza stampa è stato inoltre presentato ufficialmente lo spot di Ravenna Festival 2014 realizzato da Gerardo Lamattina. Franco Masotti, che ha curato l'edizione 2014 del catalogo, racconta: «Pochi eventi, nella storia del mondo moderno, hanno avuto un impatto profondo come quello della Grande Guerra sulla cultura europea e, al contempo, rare sono state le grandi svolte epocali altrettanto impreviste, devastanti, traumatizzanti. In tutto il mondo occidentale il legame con i fatti del 1914-18 non si è spezzato ed al contrario sembra di assistere al suo rafforzamento e così oggi, nonostante i molti anni che ci separano dal massacro, la Grande Guerra è ancora assai lontana dal cadere nell’oblio o dal suscitare indifferenza. È per questo che la si è assunta come tema della venticinquesima edizione di Ravenna Festival. La raccolta di scritti che segue ne rappresenta solo una pallida dimostrazione, nella sua inevitabile e deliberata incompletezza. Tra letteratura, poesia, arti figurative, cinema, fotografia, architettura, musica – tutte le arti dunque, nessuna esclusa – e, ovviamente, storia propriamente detta (oltre a gran parte delle scienze e delle tecniche), non esiste branca, linguaggio, disciplina che non sia stata profondamente toccata se non addirittura compenetrata, imbevuta (e sovente intimamente modificata) dall’immane ed interminabile conflitto. Il nostro non vuole essere niente di più di un invito alla lettura (dei testi completi, ovviamente, ma anche di quanto qui non ha potuto trovare spazio), una sorta di percorso parallelo che arricchisca e supporti la fruizione degli appuntamenti del festival (spettacoli ma anche conversazioni). Un percorso che presta anche attenzione – com’è ormai tradizione nelle nostre pubblicazioni – ad aspetti legati a vicende o personaggi della città di Ravenna o della Romagna, esemplificati dai saggi di Nevio Galeati (le memorie anche fotografiche del giovanissimo ufficiale lughese Lorenzo Matteucci), Cristina Ghirardini (sulla presenza del linguista austriaco Friedrich Schürr in Romagna proprio allo scoppio della guerra) e Giovanni Fanti (sulla singolare e pressoché dimenticata Cappella della Pace e della Vittoria a Sant’Apollinare Nuovo. Abbiamo voluto dare spazio ad una nuova visione dei paesaggi della guerra, rivissuti attraverso uno sguardo ed una sensibilità a noi contemporanei (privati delle concrezioni di una retorica mistificante i cui residui giungono fino ai nostri giorni), nelle fotografie di Guido Guidi e di Paola De Pietri. Oggetto di “To Face” di Paola De Pietri, un progetto realizzato tra 2008 e 2011 di cui offriamo una limitata ma significativa campionatura di fotografie tratte dal libro pubblicato nel 2012 dall’editore Steidl di Göttingen, sono i paesaggi “lungo il fronte tra Italia e Austria, sulle Alpi e Prealpi e nella zona del Carso”. “Le fotografie – scrive la De Pietri – seguono il filo della disintegrazione dei segni inferti dagli eventi bellici alla montagna e il loro riassorbimento nell’ambiente naturale. [...] Difficile ripensare e ritrovare sotto i propri passi l’eco delle battaglie e del dramma avvenuto a quasi cento anni di distanza, come se l’‘innocenza’ dell’oggi avesse rimosso le violenze della storia”. Lo stesso fascino scabro e silenzioso della montagna – lontano anni luce da quella retorica o da quella spesso artificiosa magnificenza che ne contraddistinguono l’iconografia più corrente – lo possiamo ritrovare nel lavoro “Monte Grappa” di Guido Guidi, qui riprodotto integralmente (per gentile concessione dell’autore). È una sorta di “ossessione del sasso” ad orientare la ricerca del fotografo cesenate a partire dall’inverno del 1983, che percorre, con una rudimentale camera autocostruita per pellicole di grande formato, luoghi-nonluoghi: la via Emilia, Marghera, Gibellina, una cava di carbone vicino a Graz ed una cava del Monte Grappa (vero santuario laico della Grande Guerra, assieme all’Ortigara e ad altre cime il cui nome oggi ci è noto più per la toponomastica che per la memoria storica, ormai evaporata)».
Lo spot realizzato da Lamattina sarà trasmesso nelle reti media partner del Festival Mediaset dal 1° al 14 giugno, Sky dal 9 al 22 giugno, Teleromagna dal 9 al 30 giugno.
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