Slot machine, il Comune studia un'ordinanza troppo soft
Gioco compulsivo, anche Faenza studia l’ordinanza. Dopo il «via» di Ravenna, che due settimane fa ha emanato il provvedimento che restringe e regolamenta gli orari nei quali è possibile giocare alle slot nei bar e nelle sale giochi, anche il Comune di Faenza sta pensando ad un provvedimento simile, ma molto più soft. «L’obiettivo - spiega l’assessore alle Politiche sociali Antonio Bandini - è essenzialmente quello di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica su questo tema e limitare per quel che si può i danni da dipendenza».
Ma gli strumenti, per un’amministrazione comunale, ammette lo stesso Bandini, sono spuntati: «Meglio sarebbe se agissimo di concerto con le amministrazioni vicine. Ci muoveremo in questo senso, perché in molti, tra famigliari e giocatori stessi, mi hanno detto chiaramente che i confini comunali sono molto relativi quando si ha una dipendenza come quella». Anche la «leva» sulla quale agisce l’ordinanza del vicino comune di Ravenna, quella degli orari, non convince palazzo Manfredi: «Noi stiamo ragionando più che altro sull’introduzione di coefficienti premiali, in termini di fiscalità locale, per gli esercizi pubblici che decidono di liberarsi delle slot».
Ma sarà dura: in città, secondo fonti dei Monopoli di Stato, sono 38 gli esercenti (tra bar, circoli, realtà artigianali) che ospitano videolottery, oltre a sei sale gioco, distribuite soprattutto in periferia (ma non mancano nemmeno in piazza del Popolo). In qualche caso si tratta di strutture nate ad hoc, piccoli casinò con decine di macchine, in molti altri sono vecchie sale gioco degli anni ’80 riconvertite alle slot.
Dal canto loro, invece, le associazioni di categoria sperano in un confronto su questo tema con l’amministrazione: «Speriamo non si demonizzi il gioco d’azzardo in senso stretto, che anche sul nostro territorio dà reddito e lavoro a tante persone, non ultime quelle impiegate nelle aziende che gestiscono le slot, ce ne sono due sul territorio - spiega Francesco Carugati, presidente di Confcommercio Faenza -. Ovviamente occorre tutelare i soggetti deboli, che sviluppano dipendenze: mi auguro di poter discutere di tutto questo con l’amministrazione».
«La ludopatia è un grande problema sociale - gli fa eco Chiara Venturi di Confesercenti -, ma l’ordinanza non è lo strumento giusto per affrontarlo, soprattutto se colpisce un settore marginale (in termini di introiti) come quello delle slot nei bar. Il problema va affrontato in maniera più organica. Negli ultimi anni è cresciuto il numero di esercizi che lo hanno installati, ma al massimo 2 o 3 apparecchi per locale». (Daniela Verlicchi)