Villaggio del fanciullo: «Un video sulla capacità di ricostruirsi una vita»
«Vogliamo dimostrare che non diventano tutti delinquenti, ma che c'è anche chi è in grado di ricostruirsi una vita». Sono queste le parole che usa Valentina Ruffili, della Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo, per descrivere la giornata del prossimo 5 marzo, in cui verrà presentato alla città il progetto «Minori senza frontiere». Da alcuni anni la Fondazione gestisce una comunità di minori stranieri non accompagnati, che vengono segnalati alla Fondazione dalla Questura. Una ventina di posti al massimo, generalmente sempre pieni. «Vengono da ogni parte - spiega Ruffili – dal Kossovo al Burkina Faso. L'utenza è molto variegata e possiamo accogliere solo maschi. Una volta qui vengono integrati, vanno a scuola e seguono le loro aspirazioni». E' il caso di Sokol, giovane albanese oggi campione di boxe. «Sulla sua esperienza abbiamo girato un documentario che proietteremo alle 16 del 5 marzo nella sala convegni del Villaggio, in via del Pino – riprende la curatrice -. Sokol è stato seguito dal maestro di boxe Bartolomeo Gordini che ha visto in lui le potenzialità del pugile». Il documentario, dal titolo «Sokol – La vita in un pugno» è stato girato da Roger Bema ed Elena Starna. «Oggi Sokol ha 18 anni e un lavoro e dimostra come ci si possa affermare nonostante le difficoltà». Un percorso difficile, quello dell'inserimento, aiutato dal lavoro quotidiano di Asp e Casa delle culture. Quest'ultima, in particolare, si occupa dell'ingresso di minori stranieri nelle scuole di Ravenna, Cervia e Russi. «Ogni anno inseriamo 200 bambini - spiega Antonella Rosetti, responsabile della Casa delle culture - e nonostante il calo del flusso migratorio ci stiamo stabilizzando. Proprio stamattina ero al telefono con un'insegnante che mi comunicava il rientro in Macedonia di un bimbo che stavamo seguendo». Il centro si occupa principalmente di piccoli che frequentano la scuola primaria, in quanto per le superiori la richiesta è ancora bassa. «Quando arrivano adolescenti cerchiamo di motivarli nella prosecuzione del percorso di studi, evitando di mandarli direttamente agli istituti professionali, anche se queste scuole ci dicono che il 70% dei loro utenti è straniero. Molti ragazzi arrivano in Italia con un alto grado di scolarizzazione, ma sono penalizzati dalla scarsa conoscenza dell'italiano. La mancanza di dimestichezza, però è provvisoria, e noi ci siamo sforzati di farlo capire al punto che l'anno scorso è stato firmato da tutti i dirigenti scolastici degli istituti superiori un documento di linee guida per la valutazione dello studente straniero. Uno dei punti principali di questo documento è la dilazione del tempo per l'apprendimento della lingua, con piani personalizzati di due anni. Il protocollo è partito l'anno scorso e speriamo di vederne gli esiti tra qualche anno». In attesa di vedere se ci saranno meno bocciature ed un maggior numero di diplomi, alcuni istituti ravennati si stanno attrezzando con percorsi rivolti all'integrazione. E' il caso del liceo scientifico «Oriani» e dell'istituto «Pescarini», diretti rispettivamente da Gianluca Dradi e Luciano Casmiro che il 5 saranno presenti al Villaggio per portare la loro esperienza. Oltre a loro, a conclusione del documentario, saranno presenti nell'ambito di una tavola rotonda, la presidente di Asp Susanna Tassinari, Antonella Rosetti ed il consigliere aggiunto del Comune Diop Abdoulaye. Alla giornata prenderanno parte infine Alberto Servidei, campione europeo pesi piuma e Simona Galassi, campionessa mondiale in carica dei pesi supermosca.
Federica Ferruzzi
cronacaravenna@settesere.it