Porto, dai lavoratori un chiaro segnale pro escavi. Domani tavola rotonda

Ravenna | 20 Febbraio 2014 Economia
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«Dentro una fase di crisi c’è la possibilità di intervenire in una zona ben delimitata con circa 330 milioni di euro di investimenti pubblici e privati in pochi anni e si rischia di buttare tutto all’aria. Non è possibile e i lavoratori del porto non capirebbero». Così Danilo Morini, segretario generale provinciale della Filt Cgil, presenta la tavola rotonda sul porto «Scegliere per il futuro: occupazione, sviluppo, legalità nel nostro territorio» che si tiene venerdì 21 (ore 10) alla sala convegni dell’Autorità portuale nel corso dei lavori del congresso della categoria. Parteciperanno Fabrizio Matteucci, sindaco di Ravenna, Alberto Pagani componente della commissione trasporti della Camera, Alfredo Peri, assessore regionale alla mobilità e infrastrutture, Claudio Casadio, presidente della Provincia, Galliano Di Marco, presidente dell’Autorità portuale, Guido Ottolenghi, presidente di Confindustria Ravenna, Roberto Rubboli, amministratore delegato Sapir, Allen Boscolo, presidente della cooperativa portuale di Ravenna.
«Il porto è e deve essere occasione di sviluppo e volano economico, generatore di lavoro tutelato e di qualità per tutta la comunità - entra nel dettaglio Morini -. L’area portuale ha risentito, negli ultimi sette anni, della fase di recessione internazionale; per effetto della recessione il porto ha perso il 20% della forza occupazionale afferente a tutte le attività collegate. In questa fase delicata bisogna realizzare e rendere possibili tutti gli interventi infrastrutturali (e anche immateriali) necessari per mantenere attivo e appetibile il nostro scalo. Servono l’approfondimento dei fondali, ma anche gli interventi già previsti per le banchine e per la logistica di prossimità, i sottopassi ferroviari per liberare gli accessi alla città, il potenziamento della portata ferroviaria, la realizzazione del nuovo terminal container e la realizzazione dello stralcio della tratta Cesena - Porto Garibaldi della E45. Di fronte a queste necessità stiamo rischiando di vivere il più assurdo dei paradossi. Sono attualmente a disposizione circa 200 milioni per un progetto ormai operativo di escavo dei fondali che consentirebbe al porto di mantenere gli attuali traffici e di essere appetibile per navigli di nuova generazione. A questi fondi sarebbero collegati circa 130 milioni di risorse di privati per realizzare, tra l’altro, il nuovo terminal container. Il rischio che stiamo correndo però è quello di vedere tutto sfumare per le difficoltà che si stanno incontrando sullo stoccaggio delle sabbie d’escavo. Difficoltà imputabili sia a una confusa normativa che, a volte, all’incapacità di alcuni soggetti di comprendere pienamente la portata del progetto e di renderlo realizzabile, sempre all’interno della legalità e della correttezza amministrativa».
Il segretario dei portuali è chiaro: «Dobbiamo tenere il faro dell’attenzione ben acceso: non c’è nessun altro posto in Italia che ha la possibilità di spendere tanto in un posto così ben delimitato. Chiederemo a tutti i soggetti che intervengono che ognuno metta il suo. Dobbiamo decidere se il porto deve rimanere così, crescere o calare e di conseguenza se la ricchezza nel territorio rimane, cresce o cala. E’ giusto che in città si sappia che ci lavorano tra le 6mila e le 7mila unità».
I fanghi scavati «devono essere stoccati a norma di legge, è imprescindibile, ma devono essere stoccati - continua Morini -. Rischia di saltare tutto? Penso che una base di rischio ci sia, ma bisogna capire che è un’opportunità unica: oltre a quelle 7mila persone, nei prossimi anni si creerebbe più lavoro in edilizia per banchine, nella meccanica, nel trasporto, nei servizi di supporto e non. I comitati del «no»? E’ giusto che portino avanti le loro istanze anche quando non le condivido. Mi interessa di più che chi ha le responsabilità di prendere le decisioni le prenda. I lavoratori sono consapevoli di questa situazione e ovviamente preoccupati».
Tra gli altri nodi da sciogliere prioritariamente per i lavoratori, «c’è un elemento importante come la viabilità del porto. Bisogna pensare alla qualità delle strade attuali e a una viabilità alternativa». (c.f.)
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