Elena Nencini
Mercoledì 26 febbraio alle ore 21 al Teatro Goldoni Rocco Papaleo sarà in scena con «Una piccola impresa meridionale», accompagnato da cinque musicisti in una formula di teatro canzone in una sorta di diario personale di pensieri, rime, storielle divertenti e musica
di Rocco Papaleo e Valter Lupo e con Francesco Accardo (chitarra), Jerry Accardo (percussioni), Pericle Odierna (fiati), Guerino Rondolone (contrabbasso), Arturo Valiante (pianoforte).
Attore, musicista, sceneggiatore e regista, lei è un personaggio molto poliedrico, voleva anche laurearsi in matematica, come è nata la passione per la musica?
«E' nata perché a 13-14 anni ho comprato, ahimè, a metà una chitarra con un amico, 50 e 50. Poi ho riscattato l’altra metà della chitarra e sono diventato un musicista naif, autodidatta».
Il suo spettacolo è basato sul teatro canzone, inventato da Gaber e Luporini negli anni '70. Oltretutto è stato vincitore nel 2005 del premio della critica al Festival teatro canzone Giorgio Gaber. Quanto deve a Gaber?
«Beh, partiamo da quello che tutti devono a Gaber: io un po’ di più degli altri perché l’ho adorato. Chiaramente mi sono riferito a lui nella formula del teatro canzone, anche se non mi sento troppo gaberiano nella modalità. Magari, ma quelle vette sono irraggiungibili. Anche nel fatto di essermi legato a questo Festival, di avere conosciuto la figlia di Gaber e anche Luporini mi ha avvicinato ancora di più. Del resto Gaber è un artista dal quale non si può prescindere».
Perché il titolo una piccola impresa meridionale?
«C’è una ragione scaramantica ed è legata al fatto che è anche il titolo del film omonimo. Anche 'Basilicata coast to coast' veniva da uno spettacolo di teatro canzone, cosi abbiamo cercato di ripercorrere la stessa strada. Questo titolo si adatta allo spettacolo: del resto noi siamo una piccola impresa meridionale che va in giro, una impresa da esportare».
Come nasce la sua comicità? A casa è uno riservato oppure è sempre stato quello che faceva ridere tutta la compagnia?
«La mia comicità parte dell’essere stato un ragazzo vivace, simpatico, comunicativo e poi attraverso una formazione specifica questa vis comica è stata incanalata in una struttura».
Nei progetti per il futuro c’è di nuovo il cinema?
«Intanto il mio progetto per il futuro è Bagnacavallo, poi si vedrà ma non ci potrà essere niente di più eccitante di Bagnacavallo. Ho appena finito di fare un film e poi ne ho altri due o tre in programma. In futuro mi piacerebbe tornare al teatro ma non so ancora se a quello classico o al teatro canzone, non ho ancora trovato un progetto che mi interessi».
Lo spettacolo sarà poi al Teatro Diego Fabbri di Forlì (domenica 23 marzo alle ore 21), al Teatro Masini di Faenza (lunedì 24 marzo alle ore 21) e al Teatro Alighieri di Ravenna (martedì 25 marzo alle ore 21). Prezzi: da 19 a 11 euro - Info: 0545/64330