La settimana della legalità: eventi e testimonianze a Faenza, Ravenna e Lugo dal 17 al 21 febbraio
«In Sicilia dobbiamo lottare ogni giorno contro la mafia, ma al nord è forse anche peggio perché ci sono tante diverse associazioni criminali che fanno affari. La lotta è difficile, ma la nostra legalità sta contaminando il territorio: diamo coraggio alle tante persone oneste, che sono la stragrande maggioranza, che abitano in quel territorio tra Catania e Siracusa». Così Alfio Curcio, siracusano di Lentini, 43 anni, presidente e direttore della cooperativa Beppe Montana - ossia di una tra la decina di imprese aderenti al Consorzio Libera Terra Mediterraneo (di cui è membro del consiglio di ammministrazione) - descrive la lotta che porta avanti ogni giorno sul suo territorio e non solo.
Curcio sarà presente a Faenza, Ravenna e Lugo dal 17 al 21 febbraio prossimo, dove - grazie ad un progetto della parte faentina del consiglio di zona Romagna 3 di Coop Adriatica - porterà la sua testimonianza ne «La settimana della legalità». Il progetto è articolato su diverse iniziative pubbliche e nelle scuole dove si propone, attraverso diverse fasi, di informare e sensibilizzare gli studenti e gli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado alle tematiche relative alla lotta contro le mafie, alla promozione della legalità e della giustizia, all’educazione al senso civico e democratico e all’impegno contro ogni forma di corruzione.
Qual è il messaggio de «La settimana della legalità»?
«A me piace fare comprendere una riflessione sul fenomeno mafia che è nato nell’Ottocento, ma è rimasto sotto la sabbia fino a quando Pio La Torre nel 1982 ha iniziato a parlarne».
Perché è importante non abbassare la guardia anche qui?
«Noi abbiamo solo la mafia, al nord ci sono le mafie che fanno affari. C’è un motivo se l’ultimo studio dell’Ue ci indica come lo stato più corrotto dell’Unione».
Che messaggio lancia nelle scuole?
«Non andate dietro al denaro, ma ai valori della legalità, della giustizia, del rispetto dei lavoratori».
Come è iniziata l’avventura della cooperativa Beppe Montana?
«E’ un’impresa giovane, nata nel giugno del 2010. Abbiamo immediatamente iniziato a raccogliere quel poco che c’era negli agrumeti. Al primo raccolto del grano è dovuto intervenire il prefetto: nessuno voleva mieterlo. A pochi anni di distanza abbiamo una rete di imprese che lavorano con noi e siamo un piccolo punto di riferimento. Il mio impegno è nato quasi per caso. Circa sei anni fa un amministratore locale mi aveva chiesto un aiuto per fare, come tecnico, un sviluppo rurale sui beni confiscati alla mafia: nessun tecnico accettava di impegnarsi in quella progettualità. Poi nel 2010 ho iniziato a fare da tutor ai ragazzi selezionati tramite bando pubblico. Il coinvolgimento è andato oltre quello tra docente e discente. Insieme abbiamo dimostrato che è possibile fare impresa in maniera diversa, sociale, e uscire dalle vecchie logiche».
Da dove si parte?
«Dalla cosa più banale: mettere in regola i lavoratori. In agricoltura è tutto in nero in Sicilia. Poi dal controllo della filiera, dai trasporto all’imballaggio, a cui chiediamo standard di legalità appurati e molto alti. Stiamo pian piano contaminando in positivo il territorio».
Lo Stato vi aiuta?
«Dopo l’assegnazione dei terreni da parte dall’ente locale, non riceviamo aiuti. Anzi siamo noi che abbiamo risolto un problema di costo e di spreco a chi doveva gestire il terreno».
Giugno 2012. La Beppe Montana balza nelle prime pagine per l’incendio doloso all’agrumeto appena ripristinato. Che cosa avete provato?
«Uno scoramento totale: avevamo dato il sangue perché era il pezzo di agrumeto dove avevamo dato fondo ai risparmi per sistemarlo. E’ stato un colpo al cuore che ci ha stordito: era appena passato da foresta a un moderno impianto. Ma anche di qui è nato qualcosa di positivo, con una stupenda solidarietà proveniente da tutta Italia con la quale abbiamo acquistato nuove piante che a breve andremo a ripiantare».
Non vi siete mai chiesti «Chi ce lo fa fare»?
«Ogni tanto viene spontanea questa riflessione, ma dall’altro lato ce la facciamo passare immediatamente, perché se non siamo noi i primi a dire che in Sicilia c’è tanta gente per bene e si può fare qualcosa, chi lo deve fare? Noi abbiamo le spalle piccole, ma altre cooperative più vecchie sono diventate un punto di riferimento per tanti giovani che stanno tornando a lavorare al sud. Vogliamo e dobbiamo crescere in fretta proprio con questo obiettivo».
IL PROGRAMMA
Lunedì 17 febbraio. Tavola rotonda «Per un consumo consapevole» a Faenza al centro commerciale Le Maioliche alle ore 18.30 con Alfio Curcio (pres. della cooperativa Beppe Montana di Libera Terra), Massimiliano Muccinelli (Gas Faenza), Adriano Turrini (pres. Coop Adriatica). Modera Christian Fossi (setteserequi). Segue degustazione dei prodotti Libera Terra.
Martedì 18. Al mattino incontro alla scuola media Carchidio-Strocchi di Faenza (progetto a cura del consiglio di zona di Coop Adriatica Romagna 3 - Faenza). «Aperitivo legale e Solidale» al circolo Arci Prometeo di Faenza in vicolo Pasolini 6 alle ore 18.30 con Alfio Curcio, Roberta Cappelli (Arci e Libera Ravenna), Pierino Liverani e Debora Galassi (consiglio di zona di Coop Adriatica Romagna 3 - Faenza).
Mercoledì 19. Al mattino incontro alla scuola media Carchidio-Strocchi di Faenza. Cena di Libera (con il contributo di Coop Adriatica) alle ore 20 a Ravenna al circolo CRSC dei portuali alla Standiana. Per partecipare, comunicare i nominativi entro domenica 16 febbraio a Roberto Boccolacci: rboccolacci@tin.it - 340/5951366.
Giovedì 20. Al mattino incontri alle scuole: media Viali di S.Alberto e Arti e Mestieri «Angelo Pescarini» di Ravenna (all’interno del progetto «Liberi dalle Mafie» promosso dal Comune di Ravenna). «Legalità, una battaglia senza confini»: intervista ad Alfio Curcio ed Elio Gasperoni (vice pres. di Coop Adriatica) a Lugo presso l’Arci di Giovecca (via Bastia 189) alle ore 21.
Venerdì 21. Al mattino incontro alla scuola media Ricci Muratori di Ravenna.
Christian Fossi
economia@settesere.it