Bagnacavallo, Confcommercio e Legambiente contrari al progetto commerciale nell’area Naviglio

Bassa Romagna | 10 Febbraio 2014 Cronaca
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Si allarga il fronte del «no» al piano particolareggiato «Naviglio», che apre le porte a una nuova grande commerciale alle porte di Bagnacavallo sul terreno adiacente alla rotonda di accesso all’A14 lungo la strada provinciale.  Ascom Confcommercio e Legambiente temono che l’arrivo di un nuovo supermercato andrebbe a «desertificare» e a dare il definitivo colpo di grazia al commercio e alla dei centri storici, compreso quello dei paesi vicini. Ma l’amministrazione comunale marcia diritto: se prima il piano particolareggiato escludeva punti vendita di generi alimentari di grandi dimensioni, ora la legge ha cancellato questa distinzione aprendo, di fatto, la strada ad un supermercato di 1500 metri quadri.
La convenzione del 2005 siglata tra Comune e Stepra prevedeva la possibilità di insediare nell’area attrezzata (Apea) anche un punto vendita alimentare di (al massimo) 250 metri quadrati. Ora si parla di 1500 metri quadrati. «È incredibile - ha commentato Yuri Rambelli, presidente del circolo di Legambiente A. Cederna - che la “ricetta” per lo sviluppo del commercio sia ancora quella di realizzare nuovi centri commerciali, come se non ci fossero già 4 grandi centri nel raggio di 20km, come se l'Esp di Ravenna non avesse appena chiesto di raddoppiare la superficie e soprattutto come se la capacità di spesa dei cittadini fosse infinita e bastasse quindi aprire nuovi negozi per far aumentare i consumi». Il rischio, secondo l’associazione del Cigno, è quello di creare nuovo degrado e altri metri cubi di cemento inutilizzati».
«E’ vero che anche senza l’adozione della variante - sottolinea il presidente di Confcommercio Ascom Lugo Domenico Brunori – nell’area Naviglio si sarebbero potute insediare strutture commerciali per svariate migliaia di metri quadrati, ma queste potevano appartenere unicamente al settore extralimentare. Oltretutto quelle migliaia di metri furono previste nel piano originario risalente al 2005, in una situazione ben diversa dalla attuale. Una previsione che si è rivelata sproporzionata rispetto alle esigenze, che ora si vorrebbero invece resuscitare».  Brunori tira in ballo l’Unione e gli altri Comuni della Bassa, chiedendo loro di scongiurare quersta iniziativa, ricordando come «al momento della approvazione del Regolamento Unico Edilizio tutti i Comuni - aggiunge il presidente Ascom Confcommercio - concordarono sulla necessità di non consentire nuovi insediamenti di commercio al dettaglio alimentare negli ambiti specializzati per attività miste o prevalentemente commerciali e terziarie».
Già da tempo alcuni privati si erano fatti avanti per aprire un supermercato di grandi dimensioni, ma il Comune di Bagnacavallo aveva sempre negato questa possibilità, come scritto sull’accordo del 2005. Poi le leggi sono cambiate e ora l’amministrazione non può più dire «no». «L'obiettivo - si legge nella nota della giunta bagnacavallese - è quello di assumere una decisione legittima, in grado altresì di tutelare il Comune da possibili azioni legali finalizzate a richieste di risarcimento danni, considerando che le normative nazionali approvate nel 2012 hanno abrogato di fatto tutte le restrizioni di natura programmatoria del settore commerciale, ad esclusione delle “esigenze di tutela della salute, dei lavoratori, dell'ambiente, ivi incluso l'ambiente urbano”».
Così, dopo la richiesta ar5ivata la scorsa estate, ha aperto il percorso della variante al piano particolareggiato. I cittadini hanno avuto tempo fino a lunedì 3 per depositare le proprie osservazioni al progetto e l’amministrazione di piazza della Libertà promette che «tutta la documentazione pervenuta sarà valutata dall'amministrazione comunale, con particolare attenzione alle problematiche ambientali, nel rispetto delle normative nazionali che hanno introdotto modifiche orientate alla massima liberalizzazione del settore commerciale».

Samuele Staffa
cronacaromagna@settesere.it


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