Cmc tocca il miliardo di euro nel 2013, prevista una ulteriore crescita nel triennio 2014-2016
Sabato 8 febbraio l'assemblea dei soci Cmc di Ravenna ha approvato il Budget 2014 e il Piano 2014-2016. Nel prossimo triennio il fatturato annuo della Cooperativa, trascinato dalle attività all'estero, è previsto si attesti attorno a 1,2 miliardi di euro.
Nel 2013 il gruppo Cmc ha fatturato circa 1 miliardo di euro, in crescita rispetto al 2012.
I ricavi, così come il portafoglio ordini di quasi 3 miliardi di euro, si realizzano per quasi il 60% all'estero: Africa Australe, Estremo Oriente, Algeria, Cina, Bulgaria, Cile, India, Nepal, Libia e Usa.
Il risultato economico ante imposte arriva nel 2013 a circa 20 milioni (allineato a quello dell’esercizio precedente) per assestarsi nel prossimo triennio attorno ai 18 milioni circa.
La posizione finanziaria netta, pari a 1,3 volte il patrimonio netto, in progressiva riduzione nell'arco del Piano, è da considerarsi positiva sia in termini assoluti che in confronto alle imprese leader del settore.
«Dal 2008 ad oggi - ha commentato l'Amministratore Delegato, Dario Foschini - il mercato italiano delle costruzioni si è ridotto del 40% circa con pesanti riflessi su imprese e occupazione. Grazie al rilevante portafoglio ordini e all'efficienza nelle costruzioni di grandi opere infrastrutturali, siamo riusciti a concludere anche il 2013 con volumi in crescita, un risultato economico soddisfacente e stabilità occupazionale. In questi anni, abbiamo contrastato la crisi con l'ingresso in Italia nelle concessioni autostradali ed espandendo le nostre attività all'estero, anche entrando in nuovi mercati: dopo l'ingresso in Usa, saremo presenti anche in Cile ed in India dove parteciperemo alla realizzazione di impianti idroelettrici».
A fine 2013 il personale complessivamente occupato nel gruppo Cmc, in Italia e all'estero, era di 7.187; i soci cooperatori erano 410. «Il settore delle costruzioni - ha detto il presidente, Massimo Matteucci - affronta una condizione che alcuni non esitano a definire 'post-bellica'. Per questo occorre attivare un percorso di 'ricostruzione' per superare una condizione di crisi che negli ultimi anni ha profondamente cambiato tutti gli attori del settore: imprese, committenti, comunità finanziarie. Nonostante questo quadro difficile, la nostra cooperativa continua a dimostrare una buona solidità e capacità di mantenersi nella fascia alta delle imprese di costruzioni, sia in Italia che all’estero, grazie alla propria capacità di innovazione tecnologica e di presidio territoriale del mercato».
Foto di Massimo Fiorentini