E' sulla terrazza del Palazzo Comunale, davanti ad una fetta importante del Pd nazionale - dal Stefano Collina a Manuela Rontini, membro della direzione Pd - che il sindaco Giovanni Malpezzi annuncia la sua ricandidatura per le elezioni amministrative del 2015. Non è peraltro un gran notizia, visto che a "sette sere" a metà mandato aveva già annunciato la sua disponibilità".
La stessa terrazza su cui fu fotografato per la prima volta con la fascia di sindaco, che oggi non porta, «mentre cravatta e maglione sono le stesse», dice lui. La veste però è cambiata: l'ondata renziana abbattutasi sul paese lo ha convinto a entrare a far parte in prima persona del partito guidato dall'uomo – l'amico Matteo Renzi, appunto - che cinque anni fa chiuse alla Molinella la campagna elettorale di Malpezzi. «Allora ero considerato un ospite, più o meno gradito. Il cambiamento dall'esterno per cui spingevo è ora sotto gli occhi di tutti. Per essere efficaci, qui come a Roma, dove sarò tra poco insieme ad altri sindaci, è importante essere parte integrante del cambiamento che ha avuto luogo. Chi sta fuori ha sempre torto. Ieri ho parlato con Renzi. E' stato lui a dirmi: “Giovanni, questa è casa tua”».
La conferenza - convocata in un luogo e data inusuali, di sabato - serve anche a fugare le voci che si sono incorse negli ultimi giorni. «Voci su di una mia non ricandidatura e sull'improbabile proposta che mi sarebbe arrivata per la direzione di una grande azienda. Addirittura mia madre, iscritta al Pd da sempre, mi ha telefonato chiedendomi se era vero che volessi dimettermi. Credo invece che ricandidarsi sia doveroso. Un sindaco non può sottrarsi al giudizio degli elettori sui suoi cinque anni di operato. Sarebbe una mancanza di coraggio e di rispetto». Nessun riferimento al forlivese Balzani e alla sua polemica con Errani, assicura Malpezzi.
«In secondo luogo, questa giunta ha in cantiere interventi importanti per la città. Penso allo scalo merci, che porterà ad una riqualificazione dell'area della stazione ferroviaria con la realizzazione di un nuovo parcheggio e allo spostamento della stazione delle corriere, alla nuova caserma dei vigili del fuoco e della Protezione Civile, alla ristrutturazione del Palazzo del Podestà, al proseguimento del Piano sosta, che sta già rivoluzionando la mobilità cittadina, e soprattutto al complesso dei Salesiani, che pensiamo come un vero incubatore per la nascita di nuove imprese. Senza dimenticare il polo commerciale al casello autostradale - eredità dall'amministrazione precedente, sottolinea - la riqualificazione dell'Arena Borghesi, il sostegno al Mic e a Revanna 2019, l'Asl unica per la Romagna, le Case della salute, i centri di assistenza». Un programma ambizioso, «da finanziare con il sostegno dei privati. Non ho la presunzione di non aver commesso errori. Ma ritengo di aver agito positivamente, e pertanto di dover continuare».
Malpezzi, che alle primarie per la poltrona di sindaco vinse da outsider, non traduce la sua iscrizione al Pd in un'automatica ricandidatura. «Non pretendo di essere l'unico candidato. Comincerò chiedendo sostegno agli amici della prima ora, per poi porre la mia ricandidatura al giudizio del partito e di quella parte di società civile che si riconosce nell'impegno civico ma non in una forza politica in particolare» e che Malpezzi pensa coagulata attorno ad Insieme per Cambiare. «L'iscrizione al Pd darà soddisfazione a quel militante del Movimento 5 Stelle che mi ha apostrofato come membro del partito già qualche giorno fa. Abbiamo dodici mesi - prosegue Malpezzi - per pensare alla coalizione».
Umori contrastanti serpeggiano tra gli alleati. Davide Zagonara, segretario Idv, è pronto a dare il proprio sostegno alla candidatura di Malpezzi anche a delle eventuali - e per ora impronosticabili - primarie. E' lontana l'ipotesi di un candidato “di sinistra”, movimentista, da contrapporre all'attuale sindaco. Sorrisi un po' tirati tra le fila di Insieme per cambiare. Il loro appoggio a Malpezzi è scontato, ma la sensazione di essere stati “scaricati” sarà difficile da lavare via. Bocche cucite nella sinistra del partito. Il giudizio di Federica Degli Esposti sull'operato di Malpezzi è positivo, ma la posizione dell'ala sinistra del Pd alle eventuali primarie sarà figlia anche degli sviluppi a livello nazionale. Per loro si aprono due tavoli: uno più generale con Malpezzi, la dirigenza Pd e gli alleati, ed uno “ristretto” per valutare l'ipotesi di una candidatura “giovane” da contrapporre a quella ufficiale. (Filippo Donati)