Gioco d'azzardo, la testimonianza di Andrea: "Ho smesso perchè non avrei più rivisto mia figlia"
Ormai non gioca da due anni, dopo i sei nei quali riusciva a mandare in fumo uno stipendio da 1700 euro alle slot. Ora sta meglio, Andrea, 40 anni, geometra, ma deve far i conti con quello che si è giocato: «40mila euro - spiega - e il rapporto con mia moglie». Rispetto agli altri suoi «colleghi» del gruppo di auto-aiuto «Giocatori anonimi», però, si sente «nella fascia dei miracolati: «C’è chi si è giocato 200mila euro e ha perso la famiglia».
Andrea aveva una vita e un lavoro piuttosto comuni, tanto che alla domanda sul perché abbia iniziato a giocare, ancora non sa rispondere: «Ho cercato di spiegarmelo con diverse scuse: la voglia di cambiare vita, la solitudine, il poco lavoro in una determinata fase della mia vita o il lavoro stressante in un’altra. Il fatto è che non lo so». Certamente, ad un certo punto le occasioni si sono moltiplicate: «Per lavoro, viaggio molto - racconta -. Ho iniziato inserendo nelle macchinette il resto del caffè». E poi, nell’ultimo periodo è arrivato a giocarsi l’intero stipendio, e anche parte del tfr. «Se ne è accorto il nuovo direttore della mia banca: ha telefonato a casa per dire che ero indietro con il mutuo. Io ho negato, per i primi tre mesi ai ‘Giocatori aninimi’ non ho detto una parola». E poi? Molto ha fatto la paura, racconta: «Mia moglie mi ha detto che se ci fosse stato un altro problema di quel genere, non avrei più visto mia figlia. E non potevo giocarmi anche lei».
Non è stata semplice, prosegue Andrea: «Capisco qualcuno che al gruppo di auto aiuto ha detto di aver pensato al suicidio, lo abbiamo pensato tutti». Ma la vita è ricominciata: «Sto lavorando per restituire il mio debito, mi manca ancora probabilmente qualche anno». E intanto frequenta ancora i «Giocatori Anonimi», per sé e per gli altri: «Siamo una quarantina - racconta -, nella stragrande maggioranza uomini. Telefonano in tanti, ma ultimamente riusciamo a coinvolgere meno persone: non riescono ad affrontare il problema. Sono le slot il problema più diffuso, anche se le cifre maggiori si perdono nelle bische clandestine. E la tendenza ora è quella di spostarsi sui giochi oline, se possibile, ancor più pericolosi». (d.ver.)