Goldoni con Il servitore di due padroni fino a domenica 12 gennaio all'Alighieri

Ravenna | 11 Gennaio 2014 Cultura
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Antonio Latella è uno dei più stimati registi del panoramaeuropeo. Cresciuto come attore sotto la guida di Vittorio Gassman, si è imposto alla critica e al pubblico grazie a messe in scena innovative ottenendo numerosi successi e riconoscimenti, ultimo in ordine cronologico il premio Ubu 2013 per la regia. Dopo il Tennesee Williams dello scorso anno, torna sul palco del teatro Alighieri fino al 12 gennaio con Il servitore di due padroni in un confronto diretto con il grande capolavoro di Carlo Goldoni in quello che tra gli spettacoli italiani più rappresentati nel mondo ed entrato nell’iconografia teatrale internazionale grazie alla storica messa in scena di Strehler con Ferruccio Soleri. Il classico prende in questa produzione un nuovo volto. Al posto dell’Arlecchino di Strehler troviamo Truffaldino (come era in origine nel testo di Goldoni), il costume tradizionale a losanghe colorate è sostituito da un abito bianco e l’ambientazione diventa contemporanea. Arriva finalmente a Ravenna la nuova produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione per la Stagione 2013-14 diretta da Antonio Latella, che tanto clamore ha suscitato nelle sue repliche di Venezia e Padova, le terre di Goldoni. In scena i migliori attori della generazione dei quarantenni: Federica Fracassi, interprete teatrale e cinematografica che ha lavorato con Bellocchio e Salvatores e vincitrice del Premio Duse 2011, Roberto Latini, che a Ravenna è stato ospitato con la sua compagnia Fortebraccio Teatro con Ubu Roi alcuni anni fa nel Nobodaddy, e attori che lavorano con Latella da anni come Elisabetta Valgoi, la Stella di Un tram che si chiama desiderio, Annibale Pavone, Rosario Tedesco, Marco Cacciola, Giovanni Franzoni, Lucia Perasa Rios e Massimo Speziani. Latella conferisce una nuova lettura al classico goldoniano, senza alterarne il testo che è recitato in italiano, anziché in veneto. Certamente la versione di Latella non è quella tradizionale e convenzionale, ma una nuova lettura che intende riaffermare la modernità del teatro di Goldoni. Scrive Maria Grazia Gregori sull'Unità: «Questo Servitore nasce dall'unico modo in cui una nuova generazione di teatranti intende onorare una grande tradizione della nostra scena, trasgredendola, in sintonia con i tempi che viviamo». Niente locanda di Brighella, niente casa di Pantalone, ma la hall circolare di un hotel dove si affacciano molte porte (scene e costumi di Annelise Zaccheria), destinate ad aprirsi per rivelare fatti inquietanti o inaspettati, fra trasgressioni, improvvisi innamoramenti, padri che vogliono comandare figlie e figli, servi che tutto vedono e subiscono, prevaricazioni sessuali. Un albergo dove tutti cercano sotto una maschera sociale, innanzi tutto se stessi e la propria identità. Deus ex machina di questo albergo è Brighella (Massimiliano Speziani), che introduce i personaggi e ne commenta le azioni parlando al citofono facendo da intermediario tra scena e pubblico.Il servitore di Latella è un’ottima prova con cui l’autore rende omaggio alla storia del teatro italiano dissacrandolo e facendo emergere una nuova lettura del testo, provocatoria, ma già velatamente presente nel testo. Uno spettacolo adatto a chi vuole scoprire il nuovo teatro di regia europeo.
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