Santa Teresa, al via l’accoglienza. Oggi l'inaugurazione
Inaugurerà il prossimo il prossimo 11 gennaio Santa Teresa a Faenza, ma già la metà dei 80 posti per malati e anziani che metterà a disposizione della città sono già stati assegnati. Segno che strutture di questo genere, soprattutto in tempi di crisi come questo, sono sempre più richieste e che evidente,mente il modello di accoglienza funziona. In provincia e non solo, rivela il direttore dell’Opera ravennate di Santa Teresa don Paolo Pasini: «Abbiamo ricevuto richieste da altre province, ma dobbiamo far i conti con le nostre possibilità, anche economiche, prima di aprire altre strutture». Dopo quasi quattro anni di lavori (con ritardi dovuti a problemi del cantiere e legati al ritrovamento di un’antica fornace e di alcune tombe romane nel sito), intanto, sabato 11 gennaio nell’ex convento di via Muro Giuoco del Pallone è in programma il taglio del nastro per la struttura che farà capo all’Opera fondata a Ravenna da don Angelo Lolli. Presenti i due vescovi delle diocesi coinvolte Lorenzo Ghizzoni (Ravenna-Cervia) e Claudio Stagni (Faenza-Modigliana), i sindaci Fabrizio Matteucci e Giovanni Malpezzi e rappresentanti delle forze dell’ordine e altre autorità, fanno sapere dall’opera.
«Per capire cosa rappresenta Santa Teresa per Faenza – avverte don Pasini – occorre ricordare come nasce un progetto di questo genere: più di 20 anni fa il mio predecessore don Matteo Solaroli, su richiesta della diocesi di Faenza, mise a punto un progetto di recuperare il sito dell’ex convento di Santa Caterina (all’interno del quale era attiva una casa di riposo gestita da una cooperativa), realizzando all’interno della struttura, ormai inagibile, un’opera con lo stesso stile e con le stesse finalità di Santa Teresa Faenza». E cioè, spiega don Pasini, l’accoglienza e la cura di chi è in difficoltà, anche economica, e per anzianità o handicap non è autosufficiente. La «politica» delle rete sarà esattamente la stessa della casa madre ravennate per come l’aveva concepita l’allora fondatore don Angelo Lolli, spiega don Pasini: «Non abbiamo rette fisse. Ognuno darà quel che può: la pensione o l’assegno di mantenimento, quel che ha a disposizione. L'idea è accogliere pochi che hanno tanto e tanti che non hanno nulla».
Circa 12mila metri quadrati di cantiere situato nel cuore quello che fu il convento di Santa Cate-rina, su via Mura Gioco del pal-lone, e che anche nella struttura ne ricorda l’antica funzione. Ad accogliere visitatori e ospiti, un grande cortile sul quale si affaccia una struttura a porticato destinata ad ospitare una quarantina di camere doppie, con bagno e sistemi di riscalda-mento e raffreddamento a ri-sparmio energetico, oltre che oun piccolo convento per le suore della Piccola Famiglia di Santa Teresa. Al centro del porticato, una nuova chiesa, a servizio dell’Opera ma anche dell’adiacente Casa del clero, di proprietà della Curia faentina, ancora in costruzione (potrebbe esser terminata entro il 2014) che dovrebbe ospitare tra 12 sacerdoti anziani. Nel seminterrato e al piano terra ci sarà spazio anche per i locali tecnici, per una palestra e anche la camera mortuaria, mentre al primo piano locali per gruppi di volontari. Nella struttura lavoreranno un centinaio di oss, 6 infermieri e un medico: in parte trasferiti dalla struttura di Ravenna, in parte neo-assunti. Ed è innegabile che Santa Teresa oltre che un’opportunità per la città sia diventata un’occasione di impiego per alcune decine di persone: «Abbiamo ricevuto centinaia di cv», rivela don Paolo. L’investimento complessivo da parte di Santa Teresa (con un contributo della Fondazione e della Cassa di Risparmio) è stato di 12milioni di euro, ai quali la diocesi di Faenza ha aggiunto 3 milioni per la Casa del clero.
Daniela Verlicchi
Foto di Raffaele Tassinari