«Non possiamo solo finanziare ristrutturazioni del debito, manca la domanda su investimenti per lo sviluppo, speriamo che il 2014 dia un po’ di respiro al sistema economico, ne abbiamo bisogno tutti».
La
Bcc ravennate&imolese rimane uno dei pilastri del credito locale anche in mezzo ad una crisi che ormai si sta protraendo da 6 anni. Secondo Ricci, presidente della Bcc che ha sede principale a Faenza, analizza il momento con un occhio di riguardo al 2014 che è appena cominciato.
Presidente Ricci, perché le banche fanno sempre più fatica a «prestare soldi»?
«Perché manca la domanda, sono diminuiti in maniera molto consistente i progetti d’investimento, le richieste che abbiamo riguardano nella grande maggioranza dei casi la ristrutturazione dei debiti. E’ ovvio che in queste condizioni una banca controlla molto di più e fatica ad emettere prestiti consistenti. Questo non vuol dire che non aiutiamo famiglie e imprese bisognose, controlliamo di più, ma nello stesso tempo abbiamo sempre confermato aiuti ed agevolazioni importanti a livello sociale».
Molti sostengono che con gli aiuti che avete avuto dalla Bce gli scorsi anni, dovreste essere molto più «generosi» con chi chiede prestiti...
«L’aiuto della Bce a fine 2011 è stato fondamentale ed è vero che il sistema bancario ha portato a casa molta liquidità. Ma è altrettanto vero che sono aumentate in maniera sensibile fallimenti e crisi, sui quali la banca rischia di rimetterci molto. E’ nostro dovere perciò oltre che erogare prestiti, controllare la ‘stato di salute’ di chi ci chiede finanziamenti».
Il 2014 sarà l’anno della ripresa come alcuni economisti e molti politici sostengono?
«Speriamo che sia così. Per il nostro Paese è fondamentale la stabilità politica. Un Governo saldo automaticamente comporta certezze sul breve-medio periodo. L’Italia ha un gran bisogno di fiducia per il futuro, solo così si potrà rimettere in moto il sistema produttivo e quindi anche la ripresa dei consumi. In questi anni abbiamo assistito ad un indebolimento consistente del nostro Pil, non possiamo pensare di recuperare tutto quello perso in 6 anni in breve tempo, sarebbe solo un’illusione».
Dal vostro punto di vista, la Romagna come sta reagendo a questa stagnazione prolungata?
«Sui nostri territori abbiamo risentito meno rispetto ad altre zone d’Italia. Il 2013 però è stato molto duro per molte famiglie e per larga parte del sistema produttivo. Qua abbiamo resistito di più, il sistema agroindustriale presente su questi territori è più solido, ma alla fine i segni meno sono comparsi anche nei nostri bilanci, era difficile pensare che una crisi così lunga ci sfiorasse solamente. E’ l’economia in generale che sta cedendo, e di conseguenza anche il sistema bancario cala in molti dei suoi indicatori. La stagnazione dell’economia reale pesa inevitabilmente anche sui nostri numeri».
Manuel Poletti
direttore@settesere.it