LUGO | Mercato ambulante, è polemica per il rincaro della luce
C’è malumore tra gli ambulanti del mercato lughese del mercoledì: la «bolletta» dell’energia elettricità per le bancarelle di piazza Garibaldi, dopo gli interventi voluti dall’amministrazione comunale per rinnovare gli allacci, sono aumentate.
Piazza Garibaldi ospita i bamchi dei commercianti del settore alimentare che durante la mattinata utilizzando frigoriferi, piastre di cottura, luci e quanto serve per mandare avanti l’attività. Se fino allo scorso anno le utenze giornaliere andavano dai 4 a 8 euro, già al di sopra degli altri mercati (prezzi forfettari da 1.5 euro a Faenza, 2.5 a Castel Bolognese, 2.5 a Ravenna), con la nuova modalità di fruizione si è deciso di far pagare le utenze in base agli effettivi consumi: il principio è corretto, chi utilizza più elettricità, paga di più. Ma la cifra è indigesta. «A Castel San Pietro Terme – rilevano le associazioni – che ha utilizzato la stessa ditta fornitrice e le stesse colonnine, gli ambulanti pagano 2.6 euro a mercato».
Rinnovare gli allacci era una necessità: le apparecchiature erano usurate e non più a norma.
Tuttavia, l’entrata in funzione dei nuovi quadri «ha fatto registrare costi insostenibili per le imprese, raggiungendo finanche 35 euro a mercato per alcune attività – si legge nel documento sottoscritto da Anva Confesercenti e Fiva Ascom Confcommercio -, dovuti fondamentalmente agli oneri derivanti dai costi ammortamento e manutenzione». I costi infatti comprendono anche i costi sostenuti per il rinnovo degli stessi impianti, che verranno spalmati sugli esercenti per i prossimi dieci anni. «Considerato che il mercato è un servizio per la città – si legge nella nota -, che l’impianto è potenzialmente utilizzabile anche da altri soggetti e che gli operatori corrispondono per l’utilizzo delle aree di mercato ‘attrezzate’ il canone di occupazione di suolo pubblico (Cosap), non si ritiene assolutamente accettabile che l’intero costo dell’impianto e delle relative manutenzioni debba essere a carico dei commercianti su aree pubbliche».
Anva e Fiva chiedono di spalmare la cifra sui prossimi 20 anni e soprattutto di ridurre a un terzo il costo dei nuovi impianti a carico degli ambulanti. E propongono di rivedere la scelta del fornitore di elettricità, ritenuto troppo costoso.
Al momento al mercato ci sono 349 posteggi assegnati e 19 posteggi liberi, che solitamente vengono riempiti da chi capita per primo. Nel censimento del 1991 i posteggi erano 436. La diminuzione costante e progressiva è avvenuta principalmente per riduzione degli spazi disponibili a seguito dei vari cantieri che si sono succeduti dalla fine degli anni ‘90 e fino ai giorni nostri per la politica di miglioramento e abbellimento delle piazze del centro su cui insiste il mercato.
Ma al di là della quantità, serve valorizzare la qualità dell’offerta, piuttosto appiattita con l’ingresso degli operatori stranieri, a partire dai cinesi che offrono merci simili tra loro. E occorre attirare più gente sotto le bancarelle, non solo il mercoledì. «Il colpo d’occhio può tradire, ma la qualità non manca - spiega Barbara Montanari, di Anva –: piuttosto servono iniziative e strumenti per evidenziare la presenza di bancarelle caratteristiche e di qualità».
Tra le idee al vaglio (tra poco partirà un sondaggio tra gli ambulanti) vi è quella di allungare il mercato oltre le due di pomeriggio, per intercettare i lavoratori nella pausa pranzo. Un’altra proposta è quella di far combaciare la ‘fiera dei saldi, il mercato speciale che si tiene all’inizio di gennaio, col mercatino dell’antiquariato. «L’idea è stata scartata dall’amministrazione per non creare difficoltà agli antiquari – aggiunge Barbara Montanari -, ma proprio la cionvivenza tra queste due iniziative, magari con la collaborazione dei negozianti di AnimaLugo che potrebbero tenere aperte le serrande, potrebbe portare più gente in centro».