LUGO | Mercato ambulante, è polemica per il rincaro della luce

Ravenna | 19 Luglio 2013 Cronaca
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C’è malumore tra gli ambulanti del mercato lughese del mercoledì: la «bolletta» dell’energia elettricità per le bancarelle di piazza Garibaldi, dopo gli interventi voluti dall’amministrazione comunale per rinnovare gli allacci, sono aumentate. Piazza Garibaldi ospita i bamchi dei commercianti del settore alimentare che durante la mattinata utilizzando frigoriferi, piastre di cottura, luci e quanto serve per mandare avanti l’attività. Se fino allo scorso anno le utenze giornaliere andavano dai 4 a 8 euro, già al di sopra degli altri mercati (prezzi forfettari da 1.5 euro a Faenza, 2.5 a Castel Bolognese, 2.5 a Ravenna), con la nuova modalità di fruizione si è deciso di far pagare le utenze in base agli effettivi consumi: il principio è corretto, chi utilizza più elettricità, paga di più. Ma la cifra è indigesta. «A Castel San Pietro Terme – rilevano le associazioni – che ha utilizzato la stessa ditta fornitrice e le stesse colonnine, gli ambulanti pagano 2.6 euro a mercato». Rinnovare gli allacci era una necessità: le apparecchiature erano usurate e non più a norma.

Tuttavia, l’entrata in funzione dei nuovi quadri «ha fatto registrare costi insostenibili per le imprese, raggiungendo finanche 35 euro a mercato per alcune attività – si legge nel documento sottoscritto da Anva Confesercenti e Fiva Ascom Confcommercio -, dovuti fondamentalmente agli oneri derivanti dai costi ammortamento e manutenzione». I costi infatti comprendono anche i costi sostenuti per il rinnovo degli stessi impianti, che verranno spalmati sugli esercenti per i prossimi dieci anni. «Considerato che il mercato è un servizio per la città – si legge nella nota -, che l’impianto è potenzialmente utilizzabile anche da altri soggetti e che gli operatori corrispondono per l’utilizzo delle aree di mercato ‘attrezzate’ il canone di occupazione di suolo pubblico (Cosap), non si ritiene assolutamente accettabile che l’intero costo dell’impianto e delle relative manutenzioni debba essere a carico dei commercianti su aree pubbliche». Anva e Fiva chiedono di spalmare la cifra sui prossimi 20 anni e soprattutto di ridurre a un terzo il costo dei nuovi impianti a carico degli ambulanti. E propongono di rivedere la scelta del fornitore di elettricità, ritenuto troppo costoso. Al momento al mercato ci sono 349 posteggi assegnati e 19 posteggi liberi, che solitamente vengono riempiti da chi capita per primo. Nel censimento del 1991 i posteggi erano 436. La diminuzione costante e progressiva è avvenuta principalmente per riduzione degli spazi disponibili a seguito dei vari cantieri che si sono succeduti dalla fine degli anni ‘90 e fino ai giorni nostri per la politica di miglioramento e abbellimento delle piazze del centro su cui insiste il mercato. Ma al di là della quantità, serve valorizzare la qualità dell’offerta, piuttosto appiattita con l’ingresso degli operatori stranieri, a partire dai cinesi che offrono merci simili tra loro. E occorre attirare più gente sotto le bancarelle, non solo il mercoledì. «Il colpo d’occhio può tradire, ma la qualità non manca - spiega Barbara Montanari, di Anva –: piuttosto servono iniziative e strumenti per evidenziare la presenza di bancarelle caratteristiche e di qualità». Tra le idee al vaglio (tra poco partirà un sondaggio tra gli ambulanti) vi è quella di allungare il mercato oltre le due di pomeriggio, per intercettare i lavoratori nella pausa pranzo. Un’altra proposta è quella di far combaciare la ‘fiera dei saldi, il mercato speciale che si tiene all’inizio di gennaio, col mercatino dell’antiquariato. «L’idea è stata scartata dall’amministrazione per non creare difficoltà agli antiquari – aggiunge Barbara Montanari -, ma proprio la cionvivenza tra queste due iniziative, magari con la collaborazione dei negozianti di AnimaLugo che potrebbero tenere aperte le serrande, potrebbe portare più gente in centro».
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Ho fatto il commerciante su area pubblica per circa 10 anni, perciò credo di poter parlare a ragione.Innanzitutto, non si capisce il comportamento di Anva e Fiva che, invece di difendere concretamente la categoria dei commercianti su aree pubbliche, si limitano a lagnarsi sulle malefatte delle amministrazioni comunali rilasciando, al massimo, dichiarazioni e stampando volantini.Riguardo il commento del sig. Armando, vedo che non conosce bene i fatti ed ha le idee piuttosto confuse. Probabilmente soffre anche di una certa antipatia per gli ambulanti.Ha idea, Sig. Armando, di quanti servizi comunali non usufruisce (per sua scelta) pur tirando fuori dei soldini?Che il mercato sia fonte di guadagno per gli ambulanti mi sembra fisiologico, visto che è il loro mestiere. Le aree mercatali possono, secondo la legge in materia, essere o non essere attrezzate, secondo la facoltà del comune. Le colonnine per l'energia elettrica fanno parte dell'attrezzatura dell'area mercatale, che è comunale. Per occupare il posteggio, l'ambulante paga al comune un canone di occupazione di suolo pubblico (cosap). La maggior parte dei comuni, per motivi facilmente immaginabili, vieta l'uso dei gruppi elettrogeni e di altri sistemi, imponendo l'uso delle colonnine. Pertanto, sarebbe più giusto pagare una quota di noleggio, oltre al consumo effettivo di energia elettrica, ma non le spese dell'impianto che, comunque, resta al comune.Ma forse lei, sig. Armando, così attento ai soldi che spende, è più contento per quella realizzazione di dubbia utilità sociale che è la “Meridiana dei Popoli”, costata complessivamente circa 125mila euro (dei quali 50mila finanziati dalla Regione, mentre i restanti 75mila a carico del Comune).Ma a lei va bene così, visto che loda il commercio e la produzione cinese che, per qualche euro di sconto (in barba al rischio di tossicità), stanno distruggendo il lavoro e la qualità “made in Italy”.
Commenta news 14/01/2014 - Alberto
Il mercato di Lugo è un servizio pubblico, come lo è quello di tutti gli altri negozi ed uffici che ci sono in città, ma nel contempo è anche una fonte di guadagno per le bancarelle. Il consumo di energia elettrica e l'utilizzo delle colonnine messe a norma è giusto che venga pagato da quei commercianti che ne fanno uso. Se non gradiscono la spesa da sostenere che provvedano con il dotarsi di un gruppo di continuità o con altri sistemi. Quello che non è giusto è che a pagare sia sempre il contribuente, anche quello che non va mai al mercato e che quindi potrebbe non avere alcun interesse perchè queste spese vengano sotenute coni i soldi ottenuti dalle sue tasse pagate. Il fatto che negli altri Comuni ci sia un differente uso non significa che questo sia giusto. Va bene che siamo in crisi ma non si pretenda la luna nel pozzo fregiandosi del fatto che si sta svolgendo un servizio pubblico. E' giusto che spalmiate eventuali oneri sui vostri clienti e non sulla collettività. Quanto alla discriminazione dei commercianti cinesi, forse i loro prodotti saranno simili tra loro ma che si facciano avanti gli altri a portare la migliore qualità. Inoltere se quelle bancarelle hanno successo è anche perchè in tempi di crisi si deve per forza cercare di spendere meno anche dirottandosi su prodotti più dozzinali ma a buon mercato.
Commenta news 19/07/2013 - Armando
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