SANITA' | Asl Romagna, il consigliere Mazzotti (Pd): "Stop ai campanilismi, miglioriamo i servizi"
«Occorre superare i campanilismi e gli steccati territoriali per guardare al progetto nel suo complesso e dare risposte ai cittadini». Il consigliere regionale del Pd Mario Mazzotti, che alle spalle ha una lunga esperienza come sindaco di Bagnacavallo, si metterà a discutere nei prossimi giorni con i colleghi per arrivare a formulare, prima dell'estate, la legge regionale che stabilirà i principi della riorganizzazione della sanità in Emilia Romagna e porterà alla nascita della Asl romagnola.
«Questo processo nasce dalla volontà politica dei diversi territori - spiega Mazzotti -, la Regione ha raccolto queste istanze per tradurle in legge». A fronte della riduzione del finanziamento del Fondo sanitario nazionale, che per l'Emilia-Romagna si traduce in 260 milioni di euro in meno solo per il 2013, «stiamo lavorando per non aumentare tasse e ticket - continua il consigliere -. Ma questo percorso andrebbe affrontato anche se la situazione fosse più rosea, perché la 'domanda di salute' è in continua crescita: aumentano la popolazione anziana e le cronicità. La riorganizzazione serve a garantire tutti i cittadini. Occorre riequilibrare il sistema, ma evitare doppioni per liberare risorse e investirle in nuove tecnologie e professionalità. E' il momento di misurare la nostra capacità di innovazione».
Da quattro aziende ne rimarrà soltanto una, per un bacino di utenza di 1 milione e 100mila romagnoli. Già oggi quello di Bologna ne conta 800mila, quello di Modena 700mila. E la fusione romagnola potrebbe essere un esempio per «i cugini» emiliani. Si partirà dall'aspetto gestionale amministrativo (da quattro dirigenti a uno solo) per scendere alla riorganizzazione di operatori e strutture.
I tre ospedali della provincia rimarranno dove sono: le singole strutture oggi soddisfano il 90% delle richieste di base (quelle che non richiedono prestazioni estremamente specialistiche, ndr), «e rispondono a criteri di economicità - commenta Mazzotti -. Spesso i campanilismi hanno portato a una competizione tra ospedali e territori. Ora si deve lavorare sulla rete per valorizzare alcune specializzazioni. La riorganizzazione degli ospedali ha fatto la storia del nostro territorio ed è un esempio di buona politica».
In altre parole, non sono solo i primari e le unità operative a fare gli ospedali: è il risultato per il paziente quello che conta. Magari toccherà fare qualche chilometro in più per avere, si spera, una risposta sempre più qualificata ai problemi più complessi. «Del resto ci sono già esempi positivi di accorpamento - sottolinea Mazzotti -, come il laboratorio analisi di Pievesistina, la concentrazione del 118 a Ravenna o l'esperienza dell'Irst di Meldola, centro di eccellenza per cura e ricerca».
Ma la sanità non passa solo dagli ospedali. «I distretti sanitari e la domiciliarità andranno potenziati - aggiunge il consigliere -, a partire dai servizi sociali sanitari che sono in mano ai Comuni e dai medici di base organizzati in case della salute».
L'Asl romagnola potrebbe vedere la luce già nel 2014. «Fosse per me partirei subito - conclude Mazzotti - per beneficiare in fretta dei vantaggi della riorganizzazione. Ma vogliamo un percorso partecipato che preveda la collaborazione di istituzioni, cittadini, operatori e sindacati».