Consigli per le ultime novità in libreria
E’ tempo di festività e come ogni anno la produzione editoriale - anche quella locale - si impenna, con proposte valide tanto come idee-regalo quanto come diversivo per trascorrere le giornate. Per una volta la narrativa non è protagonista, ma tra storia (vedi la pagina a fianco), fotografia, racconto, saggistica e soprattutto poesia ce n’è per tutti i gusti.
Tra gli autori romagnoli più importanti che hanno pubblicato di recente c’è Antonio Castronuovo, appena uscito su Quodlibet con la raccolta di racconti Ossa, cervelli, mummie e capelli, ironico excursus narrativo dedicato alle peripezie di pezzi anatomici di personaggi storici, tra cui Einstein, Cartesio, Galileo, con le loro reliquie divenute, loro malgrado, oggetto di venerazione. Apriamo il capitolo della poesia con Luciano Benini Sforza, uscito per l’Arcolaio con la raccolta di versi La matita e il mare, a ribadire una poetica fatta di cose semplici e quotidiane, vissuta con quello stupore che troppo facilmente perdiamo nel corso dell’esistenza. Quello che ha tentato invece la faentina Rosarita Berardi curando Intorno a noi tutto scriveva (Il Ponte Vecchio Editore) è invece un autentico esperimento di scrittura a 30 mani: quindici autori di ogni età alle prese con prose, poesie e pensieri a rappresentare la diversità di emozioni e sentimenti che si coagulano attorno alle vite degli autori, come in una «semina» di parole. Ha sempre a che vedere con la poesia – della più alta – ma è un saggio Un viaggio (e ritorno) nei Canti Orfici di Samuele Marchi, edito da Carta Bianca. Il trentenne Marchi ha analizzato il capolavoro di Dino Campana in una prospettiva etnofilologica.
E’ invece poesia tout court quella raccolta in Tra le radici e l’altrove (L’Arcolaio) dal lughese Daniele Serafini, che qui ha selezionato il meglio del suo lavoro poetico trentennale, spaziando dal tema del paesaggio e della memoria a quello delle radici, viste sempre in un rapporto dialettico col tema del viaggio e dell’esplorazione. Un altro lughese di primo piano è poi l’instancabile, e sempre più eclettico Gian Ruggero Manzoni, che in Lunga vita al Genius Loci (Libri da bruciare) di fatto si cimenta con un saggio, con il suo stile sempre molto al di sopra delle righe. Manzoni qui riflette – ma parliamo praticamente di un’invettiva – sulla «devastazione invisibile» indotta dalla globalizzazione e dai mali della finanza, in un’ottica fieramente (ma mai banalmente) anti-moderna. E’ poi sempre in libreria Testimone imperterrito, raccolta di scritti ed elzeviri di un altro lughese, il compianto Goffredo Guerra, dalle remote pagine di Bassa Romagna.
Dalle parti della poesia anche la raccolta di racconti dell’attrice Ermanna Montanari del Teatro delle Albe. Le sue Miniature Campianesi (Oblomov) escono con le illustrazioni di Leila Marzocchi in un’edizione d’arte a tiratura limitata, e raccontano la Campiano dell’infanzia dell’attrice, realizzato come un «libro dei segreti», sul modello di un antico messale.
E’ dedicato all’arte il nuovo libro del critico ravennate, con trascorsi televisivi, Flavio Caroli, che in Il museo dei capricci. 200 quadri da rubare (Electa) si permette un divertissement: un libro che raccoglie e illustra 200 capolavori «da rubare», la collezione ideale di un amico immaginario.
Taglio pienamente storico per Sabina Brandolini e Massimo Rossi che hanno pubblicato la ricerca Tommaso Lepori (Modigliana 1785-1862) – Vita e carriera di un ingegnere tra Romagna e Toscana, uno squarcio nella storia della viabilità collinare e non solo, per come venne definita e progettata nel XIX secolo.
Si cala in perfetto clima stagionale L’Essenza del Natale (Graphofeel), originale volume a 16 mani in cui otto autori raccontano i simboli legati alle festività, tra racconti, aforismi e le poesie del faentino Sante Boldrini, che fa da «collante» per quest’opera a più voci che racconta il Natale da prospettive inedite e originali (dai ritardi di Babbo Natale alle festività tropicali fino a chi il Natale proprio lo odia). E’ dedicato ai bambini e fresco di stampa (su Carta Bianca) Mi dai una spinta?, favola che parla di affido famigliare e accoglienza scritta dai faentini Paolo Martini e Stefano Damiani della coop Zerocento, imperniata sulla figlia di due supereroi.
Infine la fotografia, in particolare quella epica, desolata e in bianco e nero del ravennate Adriano Zanni, che in Cosa resta (Reclam) viaggia nella Ravenna di Deserto Rosso in 80 scatti, passando anche per il petrolchimico e le piallasse. Di tutt’altro taglio il volume fotografico A m’arculd (Publi&stampa) che racconta la storia di Conselice, Lavezzola e San Patrizio attraverso le fotografie dei curatori Anselmo Andraghetti, Olindo Davalle, Rizieri Fuzzi, Laura Linguerri e Romano Neri. (f.sav.)