Caritas 2016: "Aumentano i nuclei familiari poveri italiani"

Romagna | 16 Dicembre 2016 Cronaca
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Famiglie in difficoltà economica, il più delle volte a causa della perdita del lavoro, con bambini e genitori tra i trenta e i quarant’anni. Nuclei italiani in aumento in tutta la provincia, come era già successo negli ultimi anni. Queste le indicazioni che arrivano dai centri Caritas del territorio, in attesa di avere i dati conclusivi del 2016.
 
RAVENNA-CERVIA
Continua a essere questa la tipologia di utenti che si rivolge al Centro di ascolto diocesano Caritas Ravenna-Cervia coordinato da Raffaella Bazzoni. In attesa dei dati 2016, il sentore è che le richieste di aiuto, in totale, siano in lievissima flessione rispetto allo scorso anno, quando gli accessi delle famiglie ai vari Cdo (sia quello diocesano che quelli parrocchiali) sono stati in totale 1.793, contro i 1.961 del 2014. Cifra alla quale vanno aggiunti i 5436 accessi di persone singole. Tra le cause della povertà non c’è solo la situazione lavorativa ma quella di salute: «Ci capitano situazioni nelle quali, per malattia, uno dei due coniugi resta senza lavoro, con duri contraccolpi sulle condizioni di vita familiare». Continua, almeno secondo un’analisi ancora non numerica, la crescita delle richieste da parte degli italiani, la cui presenza già nel 2015 aveva fatto registrare un +2,24%.
Il servizio offerto, d’altro canto, cambia a seconda dei casi: «Se incontriamo persone di passaggio o senza fissa dimora, le indirizziamo verso dormitori e mense. Quando si tratta, invece, di residenti, ci mettiamo in contatto con i servizi sociali, con le Caritas parrocchiali o con le associazioni che seguono un determinato problema: Linea Rosa per la violenza, il Centro di aiuto alla vita per le gravidanze. In generale, comunque, i bisogni più sentiti sono quelli di tipo alimentare e il sostegno economico per pagare le bollette. Già dall’anno scorso, poi, stiamo notando un fenomeno emergente: mamme straniere rimaste sole perché i mariti sono a lavorare all’estero, spesso in Europa del Nord». A sua volta il Centro d’ascolto fa affidamento sull’8 per mille, sul sostegno della Diocesi e sulle offerte dei privati. Ma anche sul progetto «Adozioni a vicinanza», grazie al quale le famiglie che lo vogliono possono aiutarne altre in difficoltà, con donazioni una tantum o continuative nel tempo: «La città di Ravenna sta rispondendo bene ma ne abbiamo sempre bisogno». 
 
FAENZA-MODIGLIANA
Situazione simile nel territorio della Diocesi di Faenza-Modigliana. Se il freddo di queste settimane ha fatto aumentare solo la richiesta di accoglienza notturna, la sensazione del coordinatore del Centro d’ascolto diocesano Damiano Cavina è che il 2016 farà segnare un nuovo segno più sugli accessi generali: «Nel 2015 abbiamo contato 795 persone, alle quali ne vanno aggiunte circa altre 700 nelle Caritas parrocchiali. Dal 2008 all’anno scorso abbiamo notato un aumento annuo del 4,7% in media. Ci aspettiamo, per quest’anno, un aumento più importante». A maggior ragione sul fronte degli italiani: «Dal 2008 sono cresciuti dell’11% annuo. L’impressione è che stiano continuando a salire». Anche nel Faentino la famiglia tipica che chiede aiuto ha problemi lavorativi: «La maggioranza ha figli minorenni e problemi a sostenersi economicamente sul versante della casa e delle utenze». Oltre alle collette alimentari, in particolare da quest’anno le parrocchie hanno organizzato collette economiche: «Il sostegno dal basso funziona anche attraverso la rete dei volontari attivata dalle singole parrocchie, che in caso di bisogno chiedono ai parrocchiani, di volta in volta, un sostegno ad hoc».
 
BASSA ROMAGNA
Anche le piccole realtà, per esempio nella Bassa Romagna, sono da tempo attive sul fronte povertà. Come la Caritas di Massa Lombarda, che nel 2016 ha assistito cento famiglie residenti, per un totale di 190 adulti e 120 bambini. Le famiglie in prevalenza assistite sono di nazionalità marocchina, a seguire quelle di nazionalità italiana, albanese e senegalese, poi famiglie provenienti da Congo, Tunisia, Cuba, Russia e Polonia: «In questi anni di attività si è assistito a un notevole aumento di aiuti da parte dei cittadini sia massesi, sia di altri territori - spiegano Marilena Franti e don Pietro Marchetti, coordinatori dell’associazione massese - che contribuiscono attraverso la donazione di vestiario, suppellettili per la casa e mobilio. Questo a dimostrazione di come sia fortemente sentito il bisogno e la necessità di aiutare chi è in difficoltà». (Silvia Manzani)
 
 
 
 
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