La ravennate Paola Rossi resiste tre puntate a L'Eredità
Elena Nencini
Ha resistito tre puntate la ravennate Paola Rossi alla trasmissione televisiva «L’eredità», ma non ha rimpianti: «E’ stata una bella esperienza, anche se un po’ mi sono vergognata perché le domande erano facili e le ho sbagliate. Sono stata campionessa per due sere, la terza ho perso. Eppure sapesse la gente che mi chiama per dirmi che mi ha visto in tv. E dire che questa volta non ho nemmeno vinto dei soldi». Eh, si, perchè Paola Rossi è un’affezionata dei quiz: cominciò giovanissima a Scommettiamo?. Continua: «a 22-23 anni andai a un gioco di Mike Bongiorno, era ispirato alle corse di cavalli e dopo le domande bisognava girare una specie di ruota malefica. Entrambe le volte ho beccato l’handicap e sono tornata indietro. A questi giochi è anche questione di fortuna».
C’è stata una volta che è stata fortunata?
«Si. Una quindicina d’anni fa sono andata a Il Milionario con Gerry Scotti e ho vinto 70mila euro. Furono i miei ragazzi della scuola a spingermi ad andare, facevano il tifo per me e quando tornai a scuola mi aspettavano tutti sulle scale per applaudirmi. Il maggiore stimolo furono loro».
Che impressione le hanno fatto i conduttori?
«Frizzi è molto professionale e attento a tutto anche se è molto alla mano. Gerry era un tipo simpatico, pieno di battute, rimaneva a chiacchierare con il pubblico nelle pause pubblicitarie. Bongiorno invece sembrava si accendesse con la lucina rossa che si stava girando: quando era spenta anche lui era spento».
La reazione delle persone?
«Mah, sono stupita. Io sono mossa sempre dalla curiosità di provare, ma sempre prendendomi un po’ in giro. Del resto Andy Warhol lo diceva che ognuno avrà il suo quarto d’ora di celebrità».