Economia 2016, gli imprenditori: «Luce in fondo alla crisi, cresce solo chi esporta»

Romagna | 14 Dicembre 2016 Economia
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La caduta sembra finita, ma il 2017 non si presenta semplice. La crescita interna non si sente come confermano un po’ tutti i settori (dall’industria agroalimentare al sociale), anche se qualcosa si muove nell’immobiliare. E ad avere le performance migliori sono soprattutto le imprese che esportano.
«Il 2016 è andato tutto sommato bene, non c’è una gran crescita, ma non si cala - commenta Gianmaria Martini, amministratore delegato di Unigrà -. Il mercato italiano è fermo, mentre crescono le esportazioni. La flessione interna si è sentita meno grazie al valore delle materie prime depresso che ha permesso un impatto non così forte alla crisi; oggi stanno aumentando e si sentono parecchie lamentele da parte dei clienti. Il 2017 sarà ancora difficile. Le idee per crescere non mancano, ma oggi investire in questo Paese non è semplice a causa della politica europea che si somma alle difficoltà italiane come burocrazia e tasse aggiuntive a livello locale. Il nostro gruppo sta investendo all’estero, dove abbiamo iniziato la costruzione di un sito produttivo in Malesia e stiamo valutando di ampliarci anche in Brasile».
«Per noi è stato un anno positivo, anche se il mercato è sempre più complesso - illustra il faentino Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia -. La contrazione dei consumi in Italia è stata importante: -13% in questi anni di crisi e assistiamo ad un cambiamento importante negli acquisti. Abbiamo una minor spesa, ma una maggiore attenzione alla qualità, al benessere, al biologico e alla sostenibilità. Sono invece in aumento le esportazioni, trend che sarà importante mantenere anche nel 2017 nonostante le difficoltà e le incertezze legate ad alcuni delicati scenari internazionali».
Ha tamponato i danni il settore offshore, quello più a rischio crollo ad inizio anno tra prezzo del petrolio ai minimi storici e blocco sostanziale delle perforazioni in Italia. Se il secondo aspetto persiste, per quanto riguarda il primo qualcosa si è mosso. «Nel suo complesso la situazione è sempre critica, anche se non è stato un anno disastroso come ci aspettavamo - commenta Franco Nanni, presidente dell’associazione Roca che racchiude le imprese del settore e dell’indotto offshore di Ravenna -. Stiamo parlando di un settore che negli ultimi due anni è calato della metà. Le aziende locali sono riuscite a sopravvivere con alcuni lavori all’estero e strutturandosi per affrontare sempre meglio quei mercati. L’aumento del prezzo del petrolio è un bel segnale, ma è un volano pesante da far partire: ce ne accorgiamo subito alla colonnina del distributore, ma gli investimenti non sono così veloci. Detto ciò pensiamo che il prossimo anno qualcosa debba muoversi. L’aspetto più critico rimane legato agli investimenti in Adriatico dove è tutto fermo. L’incertezza politica sicuramente non aiuta».
Una luce dopo anni di buio pesto si vede anche nel settore immobiliare. «Il 2016 è stato un anno in ripresa rispetto al 2015 - spiega Gian Battista Baccarini, dell’agenzia di consulenza immobiliare Baccarini di Faenza e presidente regionale dell’associazione di categoria Fiaip -. Chiaramente partiamo da compravendite immobiliari crollate negli ultimi sette-otto anni: parliamo di un più che dimezzamento rispetto al 2008. Sicuramente accogliamo i dati in maniera più che positiva: +18% di compravendite sul residenziale a fronte del calo dei valori di mercato, dei rendimenti finanziari pressoché nulli e grazie a tassi d’interesse al minimo storico. Quest’anno abbiamo visto riaffacciarsi a questo settore anche l’investitore, dopo anni che era diventato meno conveniente rispetto ad altri tipologie. Per il 2017 abbiamo prospettive prudenzialmente positive, anche se siamo convinti che il numero di compravendite annue del periodo 2007/2008 sia difficile da ritrovare. Per quanto riguarda i prezzi siamo convinti sia finita la discesa: avremo un livellamento nel 2017, mentre ci aspettiamo una crescita dal 2018».
Per quanto riguarda il sociale crescono i servizi richiesti per gli anziani, mentre calano quelli per l’infanzia. «Come cooperativa abbiamo mantenuto gli obiettivi che ci eravamo dati - analizza Marina Venturini, presidente della cooperativa sociale Il Cerchio di Ravenna -. Il settore dell’infanzia ha diminuito nei nidi numeri e tariffe a causa della crisi, visto che molte famiglie con non occupati tengono a casa i propri bimbi. Di contro è cresciuta l’area anziani, soprattutto nel lughese dove lavoriamo in accreditamento, che sta dando buoni frutti grazie agli ottimi parametri delle nostre strutture. Il primo obiettivo per il 2017 è quello di ampliare lo sguardo sulle nuove povertà».
Non è stata negativa l’annata nei campi. «L’ortofrutta, aspettando la fine della campagna di kiwi, mele e pere che sembra essere positiva, è andata abbastanza bene, mentre è andata molto male l’annata dei cereali, massacrati dall’aumento del prodotto estero di dubbia importazione - conclude Massimiliano Pederzoli, imprenditore agricolo di Brisighella e presidente di Coldiretti Ravenna -. Il prezzo del latte si è ripreso anche grazie alla nuova legge sull’etichettatura da noi chiesta a gran voce, mentre la commercializzazione di uva e vino è partita bene. Se non fosse stato per i cereali sarebbe stata un’annata molto positiva. Abbiamo comunque avuto una boccata d’ossigeno dopo anni difficili. Per il 2017 stiamo potando e preparando i frutti per l’anno prossimo, ma le difficoltà strutturali del settore permangono».

Christian Fossi
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