Un film per ricordare la figura del patologo forlivese Morgagni
Hanno trasformato in un camerino la sala della direzione della biblioteca Manfrediana e così pure la stanza attigua, facendo letteralmente rivivere il clima del Settecento nella sala omonima, al primo piano, dove si aggiravano strani personaggi con voluminose parrucche in testa. Martedì 22 novembre alla biblioteca di Faenza, e più tardi anche a palazzo Milzetti, quindi all’antica farmacia di Lugo, una troupe cinematografica con decine di tecnici, attori e comparse reclutate in loco, ha «battuto» alcuni degli spazi settecenteschi più belli della provincia di Ravenna per girare il film che Ausl Romagna Cultura vuole dedicare a Giovanni Battista Morgagni (1682-1771), celebre patologo italiano nativo di Forlì.
«Il gruppo Ausl Romagna Cultura è stato costituito alcuni anni fa - spiega la responsabile della comunicazione Tiziana Rambelli -, e con l’identificazione del vero cranio di Morgagni abbiamo elaborato un progetto di valorizzazione e riscoperta di questa importante figura. Siamo partiti con un convegno e il sito www.morgagnipatologo.it, poi è venuta anche l’idea di una “Docufiction storica”. Con il cranio di Morgagni abbiamo avuto un’idea più chiara, insieme ai ritratti, del suo volto, molto simile a quello dell’attore Riccardo Mei, noto anche per il fatto di essere “la voce” di Superquark. Sempre da quel programma viene il regista Cristiano Barbarossa, con il quale abbiamo definito l’idea di un film con una parte moderna e una storica, in pratica immaginiamo che Morgagni possa vedere la Romagna di oggi e i progressi fatti in campo medico. In futuro ci piacerebbe realizzare operazioni simili anche su Farini per Ravenna, su Bufalini per Cesena e su Giovanni Bianchi per Rimini».
Tornando a Morgagni, un film è di per sé un progetto assai complesso, quindi le collaborazioni sono numerose, a partire dal conservatorio di Cesena che ha prestato musicisti per alcune scene, poi per le musiche scritte da Roberto Costa, già arrangiatore di Lucio Dalla, senza dimenticare la make-up artist forlivese Apollonia Tolo, nota per il suo lavoro con tanti vip. E poi ci sono gli studiosi, il cesenate Giancarlo Cerasoli e il riminese Stefano De Carolis che conoscono bene la vicenda di Morgagni e l’estetica e l’abbigliamento dell’epoca. Ci sarebbe poi da dire del sostegno fornito dall’Istituto Oncologico Romagnolo, dalla cooperativa Raggio di Sole onlus che ha fornito i cavalli dai suoi centri di ippoterapia, dei contributi di Formula Servizi, Estados e ovviamente delle tantissime comparse.
«Da Lugo e Faenza ci sono state un centinaio di richieste - dice Tiziana Rambelli -, cercavamo figure di varie età. Gli spazi della Manfrediana e di palazzo Milzetti sono importanti per il film soprattutto per gli arredi perfettamente conservati, che ad esempio latitano a palazzo Gaddi a Forlì, dove si è potuto girare poco. In particolare a palazzo Milzetti sono stati utili la cucina, la stanza da letto, lo scalone, lo studio e il giardino, non a caso è stato già usato per altri film. Le stesse ragioni ci hanno portato alla farmacia di Lugo, ma la troupe ha girato anche al Palazzo dei Commissari di Terra del Sole, alle Terme di Castrocaro, alla biblioteca Saffi di Forlì, all’ospedale e al liceo Morgagni, ma anche all’Irst di Meldola, perché nella parte documentaristica ci sono anche interviste sull’attualità della nostra sanità».