Referendum costituzionale. L'opinione del presidente di Confimi Romagna, Gianni Lusa
A partire dalla scorsa estate il sistema CONFIMI INDUSTRIA ha sostenuto ufficialmente la campagna del sì all’interno di un percorso nazionale di sensibilizzazione che si è articolato in varie tappe, l'ultima delle quali a Bologna. Grazie al “Progetto Manifattura Italia”si è svolta un'attività di sensibilizzazione sulla manifattura italiana e sui cambiamenti che, a cascata, potrebbero derivare dalla modifica costituzionale a chi fa impresa - dichiara Gianni Lusa, presidente di Confimi Romagna, l'associazione che rappresenta le Pmi manifatturiere delle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Ferrara. Il nostro Paese paga un pegno altissimo per la mancanza di credibilità delle sue istituzioni, per la lentezza che investe tutti i procedimenti, per la corruzione e per livelli di burocrazia che affossano qualsiasi velleità imprenditoriale. Con il sì avremo un processo di formazione delle leggi più chiaro e meno complicato, le leggi su infrastrutture e politica energetica torneranno alla competenza statale e questo porrà fine all'attuale pluralità di fonti normative diverse in ciascuna regione. Il sì eliminerà il Cnel, un organismo obsoleto, costoso e improduttivo, le Province e 315 senatori e relativi stipendi. Sempre allo scopo di proteggere il patrimonio aziendale del nostro Paese, qualche mese fa avevamo sostenuto anche la campagna a favore delle imprese del settore 'oil&gas' che rischiavano di chiudere i battenti o comunuque trasferirsi all'estero. Il tutto a causa di un clima basato troppo spesso sulla demagogia, strumentalizzato da chi pensa a tutto tranne che al bene e alla ripresa della nostra economia e di un settore come quello dell'off-shore già provato da mille vicissitudini. Tornando a oggi, dire sì a questo referendum - conclude Lusa - ci consentirà di recuperare terreno anche nei confronti dell'Europa, di avere un Paese più veloce, con meno burocrazia, un Paese in cui i concetti di efficacia ed efficienza trovino finalmente concretezza e non restino delle mere intenzioni. Ci servono istituzioni moderne, se l'Italia vuole ripartire deve avere amministrazioni efficienti e regole certe.