Brunelli, Dalmonte e Mazzotti: «Alleanza, da gennaio lavori per la centrale unica»
«Tutte le famiglie di questa provincia hanno un rapporto con la cooperativa, dalla Coop alle banche di credito cooperativo» con queste parole Mario Mazzotti (Legacoop Romagna) inquadra il nostro territorio e il suo rapporto con questo modello di impresa. Cooperative che per il 2016 «mostrano dati tutto sommato positivi - sottolineano Alessandro Brunelli (Agci Ravenna-Ferrara) e Carlo Dalmonte (Confcooperative Ravenna) -, e possiamo considerare con misurato ottimismo».
Sono 400 (nel 2015) infatti le imprese cooperative con 289.506 soci associate all’Alleanza delle cooperative italiane della provincia di Ravenna, che raggruppa le tre centrali Agci Ravenna-Ferrara, Confcooperative Ravenna e Legacoop Romagna. Come sottolinea Mazzotti «Ravenna e la sua provincia restano una terra cooperativa e le imprese cooperative hanno dimostrato una capacità di tenuta e resistenza alla crisi più forte delle altre imprese. Si parla di concetto di resilienza, applicabile ai dati che abbiamo presentato. Abbiamo attraversato la crisi che purtroppo non è finita con sforzi immensi per salvare il lavoro, obiettivo principale delle cooperative».
I dati per il 2015 presentati dai responsabili delle tre associazioni di categoria, parlano di un aumento del valore della produzione, dell’utile e del capitale sociale, contrazione invece per costruzioni, logistica e cultura e turismo.
Dal 1° gennaio 2017 le tre centrali si uniranno effettivamente nell’Alleanza, ma quella data «non rappresenta un’ora ‘X’ per la fusione e l’incorporazione - spiega Mazzotti -. E’ un impegno indicativo per la costruzione dell’Alleanza delle cooperativa. Lavoreremo per mettere insieme le tre centrali e passare alla parte concreta. Si parlerà infatti di organizzazione, conti, piante organiche, modelli organizzativi. Sono percorsi complessi, con storie organizzative diverse, modalità di rappresentanza differenti. Ci vuole il tempo necessario per partire bene. Ci interessa arrivare ad un approdo sicuro, certo, condiviso alle nostre imprese cooperative, che sono quelle che dobbiamo convincere».
«Non parliamo di una fusione - continua Dalmonte -, ma di un’associazione nuova, di cui dobbiamo pensare anche ai tre fondi mutualistici che andranno messi insieme».
Per il futuro e una vera inversione di tendenza Mazzotti pensa a «politiche nazionali di sostegno alle imprese, mentre per il nostro territorio lo snodo resta quello degli investimenti. E’ necessario il rilancio degli investimenti pubblici per tirarsi dietro anche quelli privati. Lamentiamo da tempo la mancanza di opere infrastrutturali, dal porto con l’approfondimento dei fondali, ma anche l’assetto viario e ferroviario. C’è poi, da non dimenticare, il tema della semplificazione della normativa degli appalti».
Elena Nencini