I quattro ragazzi della quinta D dopo un ricco montepremi al quiz di Max Giusti
Federico Savini
«Dopo 25 puntate e 39.600 euro di montepremi vinto la dichiariamo chiusa. Però, se mai si ripresentasse un’occasione simile per giocare tutti e quattro insieme, non ce la faremmo sfuggire». Martedì 29, nel preserale di La9, si è conclusa la trionfale esperienza televisiva della Quinta D di Faenza a Boom, il quiz condotto da Max Giusti. Roberto Casanova, Mauro Gurioli, Alberto Dall’Agata e Nicola Poggiolini, ex studenti del liceo Torricelli, hanno abbattuto qualsiasi record di permanenza nel programma, diventando degli autentici personaggi da piccolo schermo, tanto che hanno pure un gruppo facebook seguitissimo. Rincasati da Barcellona, dove si sta ancora girando il programma, Mauro Gurioli e Roberto Casanova stanno ancora festeggiando l’esperienza. «La gita a Barcellona era il primo obiettivo – dice Casanova -, evitare la figuraccia era il secondo e tutto quel che è venuto oltre è stato un “di più”. L’esperienza è stata bellissima, in una città fantastica con uno staff televisivo gentilissimo, dai tecnici a Max Giusti che era sempre amichevole anche nel fuori onda, ma devo dire che era pure stancante. In tv si vede una puntata per volta, ma noi le giravamo in blocchi e gareggiavamo con avversari più freschi. Una faticaccia, insomma!».
Chi ha avuto l’idea di partecipare?
«E’ stato Nicola - dice Gurioli -. Un bel giorno ha chiesto sul gruppo WhatsApp della classe del liceo chi avesse voglia di iscriversi a un gioco televisivo e i primi tre sono stati assoldati al volo. Il casting a Bologna è andato bene, ma non eravamo sicuri di fare la trasmissione. E invece…»
Ma al liceo eravate i primi della classe?
«No, assolutamente - Mauro scoppia a ridere -. Il più secchione ero io, ma solo nelle materie umanistiche. Roberto è preparato su sport e cartoni animati, Alberto su tecnologia e gossip mentre Nicola è un asso su cinema, musica e spettacolo. Senza farlo apposta avevamo un bel mix».
In cosa siete stati i più bravi?
«Questa eterogeneità di competenze ci ha aiutato, poi nel gioco di squadra l’aver studiato insieme e l’esperienza pagano, quindi a lungo andare nelle prime fasi del programma eravamo avvantaggiati sugli altri e Roberto era una sicurezza nella parte con le domande trabocchetto».
Mai tentato altri giochi a quiz?
«No, io provai col Miliardario di Gerry Scotti dieci anni fa – ricorda Gurioli -, ma non andai oltre il provino».
Sarete soddisfatti, alla fine…
«Altroché, davvero non ci aspettavamo nulla e non abbiamo niente da recriminare. Alla lunga la stanchezza s’è fatta sentire e avremmo forse potuto dare di più nelle ultime puntate, ma il divertimento e l’esperienza splendida sono il premio più grande».