Un compleanno speciale quello che festeggia Caviro. Il colosso cooperativo, nel corso di questo mezzo secolo, di cambiamenti nella strategia e nell'impostazione aziendale ne ha compiuto molti. Anche anticipando tendenze industriali, come quella dell'economia circolare. Un'impostazione green che vede ogni anno Caviro recuperare il 98,3% di scarti lavorati inviando allo smaltimento solo l’1,7%.
Nata come cooperativa agricola nel 1966 con nove soci, oggi l'azienda è tra i leader nazionali con 12mila viticoltori coinvolti. Tra i 34 soci vi sono 31 cantine cooperative che raggruppano viticoltori su una superficie di oltre 33mila ettari e che producono circa 6 milioni di quintali di uva. Alle dipendenze del colosso manfredo, sul vino, c'è una squadra composta da 50 enologi. Del totale soci 26 cantine cooperative conferiscono vino, 5 cantine e 1 Consorzio conferiscono i sottoprodotti delle lavorazioni, 1 cooperativa del settore ortofrutticolo e 1 socio sovventore. I prodotti Caviro viaggiano in circa 70 Paesi del mondo.
«Questi numeri - sottolinea il presidente Carlo Dalmonte - ci permettono di creare occupazione, curare ogni fase della filiera, promuovere il vino italiano nel mondo, producendo energia e riducendo al minimo l’impatto ambientale. Una filosofia - prosegue - che trova riscontro nelle parole d’ordine: affidabilità, certificazione, esperienza, innovazione, sostenibilità e un continuo miglioramento della qualità dei prodotti».
Il fatturato, pari a 300 milioni di euro (dati 2015), proviene dai quattro stabilimenti presenti in Italia di cui due dediti al comparto vino (Forlì e Savignano sul Panaro), uno alla distilleria ed energia (Faenza) e uno per la produzione di acido tartarico (Treviso). I dipendenti sono circa 500.
Le performace industriali sono di tutto rispetto. Sia in Italia sia all'estero «dove - rimarca Dalmonte - nel futuro dobbiamo puntare a fare di più». La posizione competitiva in Italia vede la Caviro ai vertici per quota di mercato a così come nel brik e nelle P.L. Scende invece al terzo posto nel vetro. Sui mercati esteri Tavernello (nato nel 1983 in brik e nel 2010 nelle sue tipologie frizzanti in vetro) è il primo marchio di vino italiano nel mondo.
La posizione competitiva del settore distilleria vede il gruppo faentino essere il secondo produttore di alcool in Italia nonché secondo produttore mondiale di Acido Tartarico naturale. Infine, in Italia, Caviro è il primo per il recupero acque reflue.
L'attenzione per la cooperativa alla sostenibilità ambientale si concretizza in 500.000 tonnellate di scarti di altre aziende agroalimentari trasformate in prodotti nobili per l’alimentare, il farmaceutico e l’agricoltura. Inoltre, in ambito energetico il gruppo è autosufficiente. Partendo da un consumo elettrico d quasi 8 milioni di kWh, Caviro autoproduce 6,4 milioni di kWh recuperando al contempo energia termica per altri 4 milioni di kWth. Infine, proprio a Faenza, l’azienda dispone di una centrale termica a biomasse e di tre impianti a biogas. (Riccardo Isola)