ECONOMIA | Contratti di solidarietà all'Alpi di Modigliana. Occupa oltre 550 persone

Ravenna | 14 Febbraio 2013 Cronaca
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Gli oltre 550 dipendenti dell'Alpi di Modigliana dal 28 gennaio scorso, dopo un anno di cassa integrazione straordinaria per crisi di settore, hanno attivato i contratti di solidarietà che prevedono una riduzione massima del 50% dell'orario di lavoro. L'impresa anticiperà quanto deve l'Inps ai lavoratori. La decisione è maturata dopo l'assemblea dei lavoratori di fine dicembre quando le maestranze modiglianesi diedero mandato ai rappresentanti sindacali di trattare per loro conto lo strumento migliore per passare questa crisi, consci delle difficoltà del settore.



«E' un passo importante in un momento difficile come questo - commenta Domenico Parigi della Fillea Cgil di Forlì-Cesena -. Le difficoltà del mercato sono serie, quindi mantenere l'occupazione in attesa di tempi migliori è fondamentale. Abbiamo firmato un accordo di un anno, rinnovabile per altri due. Questo permette di ridurre l'impatto sociale sui lavoratori, a fronte della percentuale di integrazione Inps pari a 80% della retribuzione reale per le ore non lavorate, oltre alla maturazione integrale dei ratei di ferie, permessi ecc. Questo è lo strumento idoneo che consente di affrontare in maniera solidaristica ed equa la situazione all'insegna del "lavorare meno per lavorare tutti"».
Martedì 19 febbraio, in vari turni, si terrà l'assemblea dei lavoratori che rettificherà la decisione.
L'Alpi è un'impresa solida, «leader a livello mondiale nella produzione di impiallacciatura - continua Parigi -, ma sconta la crisi dei settori in cui opera: non solo quella del mobile, ma anche quelle di nautica e automotive. Speriamo e pensiamo che non sia una crisi strutturale, perché abbiamo di fronte un'azienda dinamica che ci ha illustrato una serie di investimenti importanti sul commerciale per affrontare nuovi mercati con politiche molto aggressive. E' difficile pensare di tornare a breve ai livelli di occupazione degli anni migliori dove si toccarono i 700 dipendenti, ma mantenere questi livelli in un momento così nero, sarebbe un ottimo risultato».
Il direttore del personale Michele Ruo ha spiegato «in maniera puntuale come le difficoltà espresse dalla proprietà - continua il sindacalista -, non sono legate a perdita di competitività aziendale, bensì a fenomeni esogeni legati alla situazione mondiale. Infatti nel mercato sono comparsi concorrenti di Paesi emergenti la cui politica dei prezzi, particolarmente aggressiva, ha determinato una contrazione di quote di mercato e una forte compressione della marginalità».
Proprietà e lavoratori si incontreranno nuovamente a fine aprile per fare il punto della situazione e valutare «se e come il portafoglio ordini oggi ridotto - conclude Parigi - ha avuto un risultato positivo dalla nuova politica commerciale».

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