Volley, una stagione da urlo per Alessandro Bovolenta: «Scudetto U19, maturità e Nazionale: ora aspetto il Mondiale a fine estate»

Marco Ortolani
Prima convocazione nella Nazionale maggiore, partenza per il collegiale della Nazionale Juniores, titolo italiano Under 19 con annesso festeggiamento del compleanno, titolo italiano della sorella Arianna (con il Volleyrò Casal de’ Pazzi Under 16) e la maturità commerciale (indirizzo sportivo) da prendere al Ginanni (come papà Vigor), un traguardo che forse, in questi ultimi anni, spaventa un po’ meno di quanto ha fatto alle precedenti generazioni. In queste settimane Alessandro Bovolenta non si è fatto mancare niente quanto ad impegni e traguardi importanti, in una vita che, di esperienze di ogni tipo, è stata già parecchio fornita. Sono passate due settimane dal trionfo di Agropoli, con lo scudetto della giovane banda di Guarnieri e il titolo di Mvp assegnato senza indecisioni al capitano Bovo. Pochi giorni a casa e c’è subito da ripartire per il collegiale della Juniores a Zocca Modenese (peraltro priva del suo abitante più famoso, in giro con il tour, ma Ale lo incontrò già durante il raduno dello scorso anno nella stessa località). 
Più vivo il ricordo di quanto appena accaduto o l’euforia per una nuova, imminente avventura?
«Con tutto il rispetto per il bellissimo titolo che abbiamo vinto - attacca il giovane Bovo - lo considero già un passato; tutte le mie attenzioni sono per la Juniores e per i Mondiali che giocheremo a fine estate in Bahrain». 
Il coinvolgimento del compagno infortunato Truocchio al momento della proclamazione Mvp, ha destato molta ammirazione.
«Abitiamo assieme. Quante volte l’ho sentito indicare questa finale come il suo obiettivo principale, soprattutto per lui che ha avuto pochi spazi in A2. Stava giocando benissimo quando si è fatto male. Quando hanno chiamato il mio nome abbiamo incrociato gli sguardi e non ho avuto più dubbi su quello che c’era da fare». 
E la Nazionale maggiore?
«Dopo l’inserimento nella rosa per la Vnl non ho saputo più niente. Credo preferiscano farmi completare il mio percorso nella categoria. E penso che sia giusto così». 
Più stimolante sfidarsi fra pari età o battersi con i più esperti?
«Dai giocatori più grandi c’è più da imparare dal punto di vista dell’approccio mentale. Quelli che, dopo un errore, fanno un filotto di quattro punti, quelli che ci credono sempre. Un nome? Il mio capitano Riccardo Goi. Ricordo che quando eravamo molto avanti nel punteggio mi esortava a non mollare, a non pensare mai che sia facile». 
Domenica scorsa sua sorella Arianna, anche lei nel giro delle nazionali giovanili, ha portato a casa un altro titolo.
«E’ stata bravissima! Ha vinto il premio come miglior centrale ed è stata apprezzata anche dall’allenatore per la personalità che ha espresso in campo».
La ripresa dell’attività di club sembra oggi lontanissima. Ma Bonitta sta lavorando alla rosa 2023/2024 (solo da ufficializzare il rientro alla base di Stefano Mengozzi) e non nasconde velleità di alta classifica.
«Ho parlato con Marco e con il presidente, so che io e gli altri Under 19 Mancini e Orioli saremo in questo progetto. Altre squadre mi avevano cercato, ma ho pensato fosse meglio rimanere qui almeno un altro anno, in questo ambiente in cui sono cresciuto e che conosco bene». 
Fra tanti impegni c’è poco posto per altro. Un amore?
«Ma quanno mai! - interviene con decisione mamma Federica Lisi, calcando sul suo accento romano - quello è uno … spirito libero! Per il momento, come donne, sono sufficienti la mamma e le tre sorelle».