IL CASTORO | A un anno dall’alluvione, ancora impraticabile il sentiero dei Partigiani
Alex Ballieu
Sono passati parecchi decenni da quando alcune associazioni locali hanno preso l’incarico di preservare il patrimonio territoriale italiano, in particolare la parte che riguarda l’escursionismo; ad oggi, più di 50mila chilometri di sentieri vengono costantemente mantenuti. Nell’alta valle della Sintria, appartenente alla parte di Appennino faentino al confine con la Toscana, fra la vallata dal Lamone e del Senio, sono presenti il sentiero Frassati, gestito dall’Uoei (Unione operaia escursionisti italiani) di Faenza, e il sentiero dei Partigiani, gestito dal Cai (Club alpinistico italiano).
Il Frassati è dedicato all’alpinista e beato Pier Giorgio Frassati, nato a Torino nel 1901. Dopo aver conseguito la maturità classica dedica la sua vita ad aiutare il prossimo, si unisce a diverse associazioni tra cui il Cai, data la sua passione per l’escursionismo, e infine si avvicina come terziario all’ordine domenicano. Muore a 25 anni a causa di una poliomielite fulminante, per poi venire sepolto a Torino, dopo un funerale a cui partecipa quasi tutta la città. L’omonimo sentiero è composto da 2 itinerari diversi, rispettivamente di 4 e 6 ore circa, che percorrono crinali e tratti prevalentemente boschivi, a partire dal rifugio di Fontana Moneta fino a Croce Daniele. Lungo il percorso si possono visitare luoghi storici come la chiesa di Sant’Andrea, le chiesette di Presiola, Fornazzano e Croce Daniele.
Il sentiero dei Partigiani, invece, percorre tutti i luoghi significativi delle battaglie di Cà di Malanca e di Santa Maria in Purocielo, dove, nell’ottobre del 1944, i partigiani tentarono di unirsi alle forze alleate per attaccare i tedeschi, rompendo le loro linee difensive e preparando così l’avanzata verso la pianura. In ricordo di questi sanguinosi scontri è stato poi istituito nel 1990 Il Centro Residenziale Ca’ Malanca di studi ed iniziative sulla Lotta di Liberazione. La storia si avverte anche percorrendo il sentiero: due cippi, uno a Cà di Malanca e uno sulla strada per Santa Maria in Purocielo, furono eretti dal Cai per commemorare le decine di partigiani caduti durante le battaglie. Il sentiero parte dalla chiesa di Santa Maria in Purocielo, dove dopo 8,6 km ritorna, compiendo un anello. In totale il tempo di percorrenza si aggira attorno alle 3 ore e 15 minuti, con un dislivello di 400 metri.
Durante l’alluvione del 16 e 17 maggio 2023, dalla quale Faenza è stata gravemente colpita, subendo 60 milioni di euro di danni, abbondanti piogge hanno provocato svariate frane sparse su tutto il territorio, danneggiando diversi sentieri. Il Frassati ha subito parziali modifiche: particolarmente colpito è stato il tratto presso la cascata del torrente Sintria, dove l’erosione della roccia ha reso pericoloso il passaggio precedentemente attrezzato con catene. «Ora, un nuovo percorso consente di attraversare il torrente con un guado leggermente a valle della cascata, garantendo comunque un accesso sicuro al sentiero originale» afferma Pietro Cavina, segretario dell’Uoei.
Anche altri sentieri gestiti dall’associazione come il sentiero Garibaldi e il sentiero 11 sono stati alterati: in particolare il Garibaldi, che attraversa zone vicine alla Badia di Susinana, è stato deviato a causa di grandi frane lungo il tracciato originale. La nuova via, che resta comunque un’esperienza piacevole per gli escursionisti, si sovrappone ad altri percorsi del Cai e raggiunge Rocca San Michele, prima di discendere lungo una carraia fino all’agriturismo I Salti.
Inoltre il sentiero 11, che originariamente percorreva da Pedù al pilastrino sul sentiero Cai 505, è stato alterato a seguito di una frana lungo il percorso. Ora, anziché raggiungere Pedù da Chiesuola, il sentiero sale lungo una ripida carraia che porta al crinale a nord del pilastrino: anche se il percorso è stato modificato, la durata rimane pressoché invariata.
Uno dei colpi più duri è stato subito invece dal sentiero dei Partigiani, attualmente impraticabile: Claudio Patuelli, consigliere referente per la sentieristica del Cai di Faenza, ha spiegato che oltre ai danni strutturali, il diniego dei proprietari dei terreni, attraverso i quali il sentiero passa, ha reso impossibile avviare lavori di ripristino e permettere la loro riapertura.
Ricapitolando, tutti i sentieri menzionati (ad eccezione di quello dei Partigiani) risultano attualmente praticabili: tuttavia, come prima dell’alluvione, la percorrenza in bicicletta è sconsigliata in alcuni tratti per motivi di sicurezza.