Volley, una squadra dell’altro mondo: la nuova geografia di Ravenna sottorete
Marco Ortolani
Una volta, nella pallavolo, c’erano le «scuole». E così capitava che folti gruppi di atleti di vertice provenissero dalla stessa città, quelle dove c’erano allenatori migliori, soldi, tradizione, impianti. Capitava così che in serie A vi fossero orde di ravennati, modenesi, torinesi, romani, eccetera. Capitava anche che una città, Ravenna, promuovesse in nazionale, in pochi anni, un allenatore e una decina di ragazze completamente «made in Ra». La globalizzazione ha poi portato la conoscenza pallavolistica praticamente ovunque e così capita che il talento di questi Anni Duemila sbocci improvviso in un casuale angolo d’Italia, per essere intercettato giovanissimo dalle società più potenti che possono coltivarlo e offrirgli le migliori possibilità, secondo un metodo avviato dapprima a Modena e Parma e, di lì a poco, a Ravenna e Treviso e poi ovunque. Lo stesso dicasi per le nazionalità: un tempo gli stranieri del campionato italiano provenivano da un ristrettissimo numero di nazioni pallavolisticamente evolute. Adesso l’atlante del volley pianta bandierine ovunque e Ravenna lo può testimoniare, con atleti che, nel recente passato, sono venuti dall’Austria, dal Lussemburgo, dalla Repubblica Dominicana, dal Portogallo e non solo. Quest’anno l’Olimpia Teodora ha scelto la straniera Fricano nel classico serbatoio Usa che, in passato, ha sempre dato grandi soddisfazioni con Kemner, Eldridge, Bown, Sykora e Haleigh Washington. La Superlega consente più scelte sul mercato estero: le nazionalità sono un mix di tradizione e novità. Il bulgaro Dimitrov ha predecessori in Gavrilov negli Anni Novanta e recentemente in due connazionali entrambi di nome Grozdanov. Anche lo schiacciatore Ljaftov gioca con nazionalità sportiva bulgara pur essendo nato nella giovane repubblica della Macedonia del Nord, ovviamente mai rappresentata nella nostra città. Klapwijk è olandese che torna a Ravenna in una tradizione «orange» aperta da Nummerdor e chiusa recentemente da Ter Horst. Il polacco Biernat è stato preceduto da Grutska (sfortunata scelta di mercato del primo anno del rientro in A1). Novità assoluta la presenza a Ravenna di un pallavolista svizzero (Ulrich) che, se vogliamo, ha un precedente «alpino» in Buchegger, proveniente da una vicina nazione di scarsa tradizione come l’Austria. Il montenegrino Vukasinovic si vede sfilare la bandiera di primo alfiere del suo Paese dalla (peraltro dimenticabilissima) stagione ravennate di Balsa Radunovic che giocò nella prima stagione del rientro in A1. O meglio… avrebbe voluto giocare, ma il tecnico di allora, Babini, non gli concesse nemmeno una presenza. Radunovic, peraltro, gioca ancora, in Indonesia…