Volley Superlega, sarà un viaggio impossibile per la Consar a Perugia: la sfida di "casa Recine" può saltare
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Marco Ortolani
Nello scatolone magico di Youtube la trovate ancora. Quella volta che un quinto set sembrava concluso e invece… Era il 30 aprile 2014, si giocavano sonnacchiosi playoff per decidere quale squadra dovesse rappresentare l’Italia alla Challenge Cup. Gara decisiva per la Cmc di Kantor e Cormio a Cuneo. Due set pari e 14-10 per i piemontesi. L’hawaiano Kauliakamoa (oggi pallavolisticamente disperso) serve l’olandese Klapwjik (che gioca nel Paok di Salonicco in Grecia) in posto2 e il primo match ball se ne va. Va a battere Klemen Cebulj (oggi al Resovia, in Polonia, allenato da Alberto Giuliani, papà del secondo libero ravennate) e «Kauli» stampa un muro. Poi due muri di Cester nella stessa azione danno il 13-14. Time out, ma al rientro lo sloveno spara l’ace. Ancora muro di Cester e chiusura in schiacciata (!) della meteora hawaiana.
Sei punti consecutivi che regalarono una vetrina europea al giovane sodalizio del presidente Casadio. Non fu un’esperienza indimenticabile (estromessi da una squadra portoghese dopo partite giocate nel deserto - e non c’era il Covid - del Palafiera di Forlì), ma servì come esperienza per riprovarci nel 2017 e vincere ad Atene.
Tutto questo per dire che nel volley non è mai finita: domenica la Banda Bonitta conduceva 14-11 una partita non bella, tesa, rognosa, spezzettata, equilibrata fino allo sfinimento. Sembrava fatta (come, forse, hanno colpevolmente pensato i ravennati) e invece doveva ancora giocarsi le sue carte al servizio il croato Dirlic e in campo c’era ancora Cester, ma con la divisa di un altro colore. Confusione, errori, muri… e Vibo Valentia se ne va con la vittoria. Davide Saitta - recente doppio papà, ex della contesa - se la ride salutando i suoi ex tifosi, sempre affettuosi con lui: «Io, ai miei ragazzi, sul 11-14, glielo dicevo: dai proviamoci… ma sono cose che si dicono così per dire. E invece è successo veramente!». Per Vibo è la quarta vittoria consecutiva.
Per Ravenna un altro punticino che sembra lo specchio di un animo combattente, ma difettoso in «glacialità»: tre tiebreak persi su tre. Ma la Consar firmerebbe volentieri per perderne un altro, domenica a Perugia, nella tana di una squadra apparsa ancora più stratosferica di quelle finora incontrate che, con la Lube di Civitanova, spartisce ancora una volta i pronostici per i massimi traguardi. Ravenna dovrà guardarsi anche dagli invisibili pericoli interni: Stefani e Aramsowan non hanno giocato contro Vibo per problemi di Covid19 e anche Francesco Recine ha dato forfait (diagnosi ancora da emettere mentre andiamo in stampa). Con «Recinino» in campo (il più in forma degli attaccanti) forse il match contro i calabresi avrebbe preso altre strade. Necessaria una resa dei conti anche per le limitazioni Covid. Come abbiamo detto altre volte questa recita mascherata e impaurita non è la pallavolo che infiamma i cuori (presenze ancora una volta sotto la capienza massima). Si può sopravvivere per qualche settimana ancora. Ma giocatori, tifosi, dirigenti, sponsor e città intera devono tornare presto a stringersi come da migliori tradizioni.