Volley Superlega, la prima analisi di Bonitta: "Consar, la forbice tra le corazzate e tutte le altre quest’anno si è allargata ulteriormente"

Marco Ortolani
La prima giornata della Superlega ha lasciato ogni cosa al suo posto: dubbi, speranze, aspettative, valutazioni sono uguali a quelle della vigilia, come se non si fosse nemmeno giocato. La Consar, come identità di squadra, è sembrata pimpante e combattiva (come previsto), ma il giudizio non può che essere superficiale, poiché Bonitta ha preservato due dei pupilli della sua linea verde (Lavia e Cavuto, entrati per qualche frammento, più il primo del secondo), giunti ai minimi termini dalla trasferta in Giappone con la Nazionale. Con una simbolica «pedata nel sedere» è stato invece mandato in campo l’opposto canadese Vernon-Evans, a sua volta frastornato da viaggio e jet-lag, che ha comunque giocato una discreta partita, colpendo a tratti il pallone all’altezza siderale che è la sua caratteristica. La Itas Trentino, tuttavia, è apparsa superiore e sempre in controllo del punteggio (e anche questo era previsto), pur regalando anch’essa i «reduci giapponesi» Russell e Candellaro, giudicati non arruolabili da Lorenzetti. «Temo che la forbice fra le squadre di prima fascia e il resto del gruppo si sia allargata ulteriormente», ha commentato Bonitta. Mentre l’elegantissimo Lorenzetti ha ricoperto il collega di elogi, estesi anche alla città: «Giocare al Pala De Andrè è sempre uno stimolo speciale; qui c’è un ambiente in cui si percepiscono tradizione e cultura e per questo motivo accettano di venire a Ravenna anche giocatori che potrebbero ambire ad altri contratti». Tutte sufficienti e sostanzialmente in linea con le aspettative le prove dei ragazzi di Bonitta. Stessa cosa per i trentini, ma a parità di velocità di crociera gli ospiti hanno sbagliato meno, battuto meglio e risolto con più freddezza la bagarre del primo set, unico momento di equilibrio, almeno aritmetico. E’ piaciuto Ter Horst, che ha dimostrato (dobbiamo ripeterci, ma ci aspettavamo anche questo) di poter essere il solido pilastro della squadra, il senatore, l’uomo dal rendimento più affidabile. Recine, sotto gli occhi di mamma Betty, ha esordito da titolare, cercando di far valere grinta e tecnica nel mondo di giganti in cui si troverà ad agire quest’anno. Saitta ha giocato con la pressione di essere l’unico palleggiatore in rosa. I problemi di Batak sono più seri del previsto. La squadra ha aggregato da alcune settimane un palleggiatore austriaco e un italo-statunitense, prendendo anche in considerazione l’idea di un tesseramento, al momento rinviato a dopo gli accertamenti sul ginocchio del regista serbo.