Volley, la Consar debutta in Coppa Italia con il pubblico: "Finalmente giochiamo"
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Luca Alberto Montanari
«Finalmente è arrivato il giorno zero. Sì, dico giorno zero e non giorno uno perché ricominciamo da capo dopo più di sei mesi senza pallavolo». Marco Bonitta sorride quando ripensa a quella fredda serata di inizio marzo, quando la sua Consar ospitò Vibo Valentia in un Pala De Andrè spettrale. Da quel giorno non è cambiato solo lo sport, ma praticamente tutto il mondo e oggi fa davvero un certo effetto pensare a quello che accadrà domenica alle ore 18: «Finalmente possiamo scendere in campo e giocare una partita ufficiale - ricomincia l’allenatore della Consar - dopo un periodo senza precedenti, durante il quale non siamo entrati in palestra neppure per alzare un peso e provare una schiacciata. Ma questa non è l’unica buona notizia. Per fortuna, infatti, contro Padova non giocheremo a porte chiuse, ma con i nostri tifosi». Il De Andrè, grazie alla deroga della Regione Emilia Romagna, sarà aperto fino al 25 per cento della propria capienza: «Vuol dire che, per rispettare la distanza da bocca a bocca di almeno due metri - racconta Bonitta - potranno entrare 700 persone. E’ un primo passo, per il quale ci tengo a ringraziare chi si è speso e chi ha lavorato giorno e notte, come la nostra segreteria, la presidentessa Giovanetti e anche il governatore Bonaccini». Per quanto riguarda la pallavolo giocata e il roster della rinnovata Consar, il confermatissimo Bonitta la vede così: «Arriviamo al primo appuntamento ufficiale della nuova stagione un po’ di rincorsa. Koppers e Loeppky sono dentro al gruppo da pochi giorni, quindi per gli equilibri e per certe dinamiche occorre innanzitutto molta pazienza. Cercheremo di velocizzare il loro inserimento e in questo senso sono abbastanza fiducioso, così come posso garantire che non scenderemo in campo allo sbaraglio, come se fossimo un’armata brancaleone. Sono convinto che faremo una buonissima figura e che giocheremo una buona pallavolo». Poi Bonitta prende fiato e ricomincia: «Sulla costruzione della squadra e sulla nuova stagione pesano due incognite. Innanzitutto la sosta: cinque mesi fermi, sono inusuali per atleti professionisti. Noi, oltre alla lunga inattività, abbiamo rinnovato completamente l’ossatura della squadra, quindi saremo al via con un telaio ancora più giovane e di conseguenza inesperto. Però avremo tanto entusiasmo anche quest’anno e da questo punto di vista mi piacerebbe ripetere ciò che siamo riusciti a fare un anno fa, con la stessa fame e lo stesso atteggiamento. Per i risultati, invece, serve tempo. La concorrenza? Gli obiettivi necessariamente non possono prescindere dal fatto di salvarsi il prima possibile. E’ chiaro per tutti. Molte squadre della nostra fascia si sono rinforzate, non siamo più in 4-5, ma siamo pochissimi a sgomitare laggiù. Però abbiamo molto margine, quindi possiamo lavorare per incrementare la nostra qualità di gioco, di personalità. La Coppa Italia serve innanzitutto a giocare e a non mettere limiti: scenderemo in campo con la mentalità giusta e proveremo a passare il turno. Poi naturalmente conta di più la partita del 27 contro Piacenza (la prima di campionato, ndr), ma prima c’è una competizione da onorare». Sulle porte semichiuse, Bonitta chiude così: «Un effetto strano, poi quando si comincia ti isoli e non pensi molto al contorno. Non ho fatto in tempo a marzo a capire come si vive una partita così in un contesto così. Di sicuro è surreale, lo sport senza pubblico non è sport». L’appuntamento, dunque, è per domenica alle ore 18 contro Padova. Poi la Consar sfiderà la settimana successiva Cisterna in trasferta e ospiterà Piacenza il 23 per l’ultima giornata.