Volley, i problema della pallavolo ravennate: «Ma il futuro non è a rischio»
Scansa la parola «crisi», perché in fondo ci sono diverse attenuanti e perché «nonostante le difficoltà, sono stati lanciati diversi giovani». Però è innegabile che la stagione 2021-2022 del volley ravennate, conclusasi dopo l’eliminazione della Teodora al primo turno playoff, sia stata davvero deludente, un frullato di problemi e di contraddizioni che hanno fatto calare il sipario troppo presto. Giorgio Bottaro da questa settimana è diventato un tifoso, dopo aver rescisso il contratto che lo legava al Porto Robur Costa in qualità di direttore generale: «Lascio dopo un’annata amara e sfortunata ma con il cuore pieno degli intensi rapporti umani che ho avuto in questi mesi. Ho preso atto che ci sono visioni diverse tra me e la società sui progetti futuri e quindi lascio, ma rimarrò sempre tifoso di questa squadra e auguro a tutti quanti un grande in bocca al lupo per la prossima stagione». Ecco, la prossima stagione. Prima di guardare avanti, l’ormai ex direttore generale abbraccia sfera maschile e femminile e riassume a suo modo un anno disgraziato: «No, disgraziato non è la parola giusta - ammonisce - perché, ad esempio, la Teodora ha centrato il proprio obiettivo e nelle due gare di playoff ha pure giocato con l’atteggiamento giusto. Poi è vero che la stagione è stata altalenante e che i playoff sono arrivati grazie anche all’aiuto di una squadra avversaria, ma restano le note positive, come aver inserito stabilmente in prima squadra tantissime giovani. Inoltre, dopo l’addio di Fricano, non sono arrivate altre straniere e anche questo è un plus da considerare. Insomma, il livello della Teodora per me resta alto, anche se nella scorsa stagione il risultato era stato migliore. L’auspicio, da tifoso, è che possano continuare a fare il campionato di A2: lo staff tecnico c’è, un’ossatura forte e giovane esiste, ora tocca a Delorenzi». Dalle donne agli uomini. E qui il discorso è più complesso: «Se avessimo potuto costruire la squadra a maggio e non a giugno, chissà. Ma io non c’ero ancora e non posso dire nulla. Dispiace non aver regalato a questi grandi tifosi almeno una vittoria, sarebbe stato un premio soprattutto per loro. Posso dire che la qualità del lavoro è stata alta e che alcuni giovani come Bovolenta e Orioli promettono bene. La A2 costa meno della Superlega, ma costa comunque tanto e non solo per gli stipendi, ma anche per tasse, viaggi, palestre, affiliazioni. Al contrario, non voglio neanche pensare ad altre alternative. Il futuro, a livello di settore giovanile, di bacino e di potenziale, non è a rischio e sono certo che il volley non sparirà».