Volley donne, in B2 c'è una squadra che fa sognare Faenza: "Il primo posto della Fenix è figlio del gruppo"
Damiano Ventura
C’era una volta, e c’è ancora nel campionato di serie B2 femminile di pallavolo, una squadra neopromossa che aveva iniziato la stagione con l’obiettivo di salvarsi e che per il momento guarda tutte le altre formazioni del girone dall’alto della vetta della classifica. Una cenerentola vera e propria che risponde al nome di Fenix Pallavolo Faenza la quale, dopo essere ritornata nelle categorie nazionali, in cui mancava da ben 20 anni, sta ora facendo parlare di sè per gli importanti risultati che sta ottenendo settimana dopo settimana sul campo. Mentre la società è già al lavoro per preparare la prossima stagione, le ragazze continuano a ottenere vittorie (12 finora i successi ottenuti in 16 gare complessivamente disputate). La caratteristica principale di questa squadra è la forza del gruppo visto che, in più di un’occasione, proprio la determinazione e la conoscenza reciproca hanno fatto la differenza colmando eventuali divari tecnici. A questo bisogna aggiungere la mano del coach di Castel San Pietro, Maurizio Serattini, il quale da alcuni anni siede sulla panchina della Fenix Faenza.
Serattini, come definirebbe questa stagione fino a questo momento?
«Per ora è una stagione straordinaria. Siamo partiti per salvarci e invece siamo al primo posto»
Lo scorso anno avete vinto la serie C e con praticamente lo stesso roster siete ora primi in classifica in serie B2. A cosa è dovuta secondo lei questa posizione di classifica e che differenze ci sono tra le due categorie?
«E’ il terzo anno consecutivo che lavoriamo insieme e questo non è altro che il proseguimento del percorso iniziato tre anni fa. Tra le due categorie il livello cambia notevolmente, sta tutto nell’adattarsi, nel capire la velocità di palla durante le partite. Devo dire, però, che in questi anni si è creato un bellissimo gruppo e le ragazze sono state brave ad accogliere le nuove arrivate. Alcune di queste, pur essendo giovani, hanno già giocato in categorie superiori, ma qui stanno ulteriormente crescendo».
Ci faccia qualche esempio. Durante l’estate Vania Baravelli, Nayma Galetti, Giulia Grillini e Ilaria Casini hanno deciso di vestire la vostra maglia, tanto per fare qualche nome.
«Nayma Galetti ha vinto la serie B2 e l’anno scorso era a San Giustino. Poi c’è Ilaria Casini, anche lei giovane, che ha fatto parte del Montale in B1 fino a dicembre scorso. Poi c’è Giulia Grillini che ha giocato in B2 e B1 a San Lazzaro e a Forli. Infine Vania Baravelli, che giocava a Ravenna».
Pensa che questo «sogno promozione» potrà durare ancora a lungo?
«A me piace essere protagonista del campionato. Noi già nel creare la squadra eravamo contenti e soddisfatti, dopo è sempre il campo che dà responsi ufficiali. La verità è che questo è un campionato difficile in cui si può vincere e perdere con chiunque. Mancano ancora molte partite alla fine e la classifica vede le prime 6 squadre raggruppate, quindi è un campionato equilibrato. Io cerco di fare il meglio possibile e intanto ci godiamo il primo posto».
C’è un allenatore al quale si ispira?
«Potrei dire tanti (ride, ndr). Il primo allenatore che ho seguito da lontanissimo è Julio Velasco, ho una bacheca di video e di libri su di lui. Poi sono stato il secondo di alcuni allenatori come Patrizio Righini, bravissimo nel giovanile, Andrea Bollini, Claudio Casadio, Andy Delgado, Bonitta, un altro è Simone Nalli, poi dico Roberto Miselli, anche lui bravo nel giovanile. Da ciascuno ho preso qualcosa».
L’emozione più grande per qualcuno è stata la vittoria in casa di Forlì. Quando la sua squadra gioca una partita riuscite sempre a mantenervi «distaccati»?
«Io cerco di mantenere sempre l’equilibrio durante le partite, anche se le nostre sono tutte gare sentite perché giochiamo con Forlì, con Bologna, e le ragazze si conoscono tutte tra di loro».
Si parla spesso di cabala, e si dice che lei ne ha alcune. Vuole farci un esempio?
«Ne ho tantissime di cabale. E’ quasi un rituale. Una per esempio è che quando giochiamo in casa metto una maglia e quando giochiamo fuori casa ne metto una diversa».
Il presidente Mingazzini e la società dicono di averle dato carta bianca. Questa condizione aiuta nelle decisioni e nelle scelte?
«Mi sento libero di scegliere e forse questa è la condizione ideale perché non ci si sente pressati. Devo anche dire che ho uno staff molto preparato che lavora per la squadra ciascuno nel suo ambito e anche questo aiuta molto».