Volley, dal mito Fomin a Peslac e Kavalenka: a Ravenna vanno sempre di moda le doppie nazionalità

Romagna | 04 Agosto 2021 Sport
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Gli sconvolgimenti geopolitici, la globalizzazione entrata anche nello sport, vicende professionali, sentimentali o familiari… Sono sempre di più i motivi che portano gli atleti ad oscillare fra due diverse nazionalità. Si pensi al calcio, che ha visto vestire la maglia azzurra ad atleti come Camoranesi, Thiago Motta, Paletta, Eder, Toloi, Jorginho, Emerson, che hanno due patrie e due bandiere nel cuore, come avviene nel volley per giocatori come Jiri Kovar (azzurro nato in Repubblica Ceka), Leon e Leal (cubani divenuti polacchi e brasiliani per matrimonio). A Ravenna è noto l’esempio di Iosefa Idem (una partecipazione alle Olimpiadi per la Germania e sette per l’Italia). Anche la pallavolo cittadina fornisce diverse nazionalità «miste». Ad aprire la serie fu probabilmente Dmitry Fomin, sovietico all’epoca del suo tesseramento, ucraino di nascita, che optò per la nazionalità russa dopo lo smembramento della grande Urss. Anche il brasiliano Renan giocò a Ravenna da naturalizzato italiano. Nella stagione 2012/2013 giocarono a Ravenna il bielorusso di nascita croata Zhoukuski e l’argentino naturalizzato italiano Creus. Qualche anno dopo Maurice Torres era californiano a tutti gli effetti, ma giocava per la nazionale di Porto Rico in forza di una vecchia ascendenza. Il regista argentino Santiago Orduna giocò a Ravenna in «quota italiana», per la sopraggiunta naturalizzazione. Kamil Rychlicki è nato nel Lussemburgo e difende i colori della nazionale del piccolo granducato, ma i suoi genitori sono polacchi che si erano trasferiti lì per motivi sportivi. Altri due episodi nella passata stagione: Redwitz era un francese-brasiliano; il centrale Aransowan giocava da italiano ma è nato in Nigeria. Anche nel prossimo campionato la Consar schiererà da italiano Milan Peslac, veronese nato in Serbia. Trionfo di doppie nazionalità negli anni recenti dell’Olimpia Teodora: Anna Kajalina era di nazionalità estone, ma si dichiarava russa; la cubana Zamora giocava da italiana per matrimonio; Dominika Strumilo era di nazionalità belga, ma di famiglia polacca e Julia Kavalenka era nata in Portogallo da una famiglia di atleti bielorussi trasferitisi a giocare nel Paese lusitano. E anche l’ultima straniera, la statunitense Fricano, ha teoriche possibilità di naturalizzazione in forza di antenati siciliani. (ma.or.)
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