Volley A2, tanti giovani, un veterano e nessuno straniero: la rinnovata Consar Ravenna ha tanti buoni propositi

Romagna | 12 Settembre 2022 Sport
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Marco Ortolani
Il giorno della presentazione della squadra, in vista di una nuova stagione, profuma sempre di ottimismo: giornata di sole, allestimento elegante di Alan del «Molinetto» («l’ingresso degli atleti nel mio locale determina sempre interesse e attenzione, specialmente dalla parte femminile della nostra clientela»), divise nuove fiammanti, buoni propositi, a volontà. Bonitta schiera i suoi ragazzi. Comparoni e Pol sono appena rientrati dalla trionfale campagna polacca, durante la quale hanno conquistato il titolo europeo Under22 e approfittano dei brindisi per presentarsi ai nuovi compagni. Gli altri faticano insieme già da qualche giorno, fra spiaggia, palestra, piscina e sala pesi. Orioli c’è, ma per lui l’estate sarà azzurra fino a fine settembre, così come per Bovolenta, che ha avuto una licenza familiare e non c’è al raduno del Molinetto. Lo stesso Bonitta è a Ravenna per pochi giorni. Subito dopo la presentazione è partito con il vice Guarnieri per andare a guidare la nazionale slovena nei vari impegni internazionali. Però, se abbiamo imparato un pochino a decifrare le espressioni facciali, il coach-dt ha un fare sogghignante e misterioso che incuriosisce. Nelle dichiarazioni al microfono parla di «sei squadre che ci sono superiori», di obiettivi di crescita dei giovani e dei soliti bla bla formali. Però quando guarda i suoi ragazzi ha guizzi satanici negli occhi: «Ho scelto personalmente tutti questi ragazzi, ne ho verificato i valori tecnici e la motivazione». Mentre dice questo sembra voler sottintendere «badate bene che questi sono forti davvero! Se i giovani si sbrigano a raggiungere il loro massimale ci divertiremo più di quello che potreste immaginare». 
I ragazzi si alzano a turno e si presentano con simpatia. Il tormentone è definirsi «giovani». Lo fanno anche Goi, trentenne, centratissimo nel ruolo di capitano e addirittura Coscione, che di anni ne ha superati 42, che accetta il ruolo di riferimento di esperienza e persino la trita qualifica di «chioccia», ma duetta con i giovani «veri» quanto a motivazioni e focus sulla stagione. Tolti loro due gli altri sono davvero un kinder-garden: 6 giocatori del 2004 (Filippo Mancini è il superbaby, visto che è nato nel mese di settembre) e 3 del 2001. Ma, a proposito di over, Coscione fa parte della pattuglia di quattro classe 1980 che parteciperà al campionato di A2; due giocheranno a Porto Viro (il libero Lamprecht e il palleggiatore argentino Garnica, vecchia conoscenza del volley ravennate) e un altro a Brescia (il palleggiatore Tiberti, rivale di Ravenna con la maglia di Padova nell’anno della vittoria della A2 nel 2011). I nati negli Anni Ottanta sono complessivamente una quindicina, fra cui volti noti del nostro volley come l’ex azzurro Parodi (classe 1986 a Cuneo), gli ex ravennati Zamagni (1989 a Castellana) e Elia (1985 a Reggio Emilia). 
La dirigenza e lo staff tecnico fanno molto affidamento sul fattore campo: l’obiettivo di riempire con continuità i 1.000 posti del Pala Costa sembra alla portata di una città che ha perso la massima serie, ma che potrebbe affezionarsi in fretta ad una squadra giovanissima e (giova ricordarlo) l’unica ad essere tutta italiana. Il presidente Rossi pecca di inesperienza quando gli viene prospettata la possibilità di vincere il campionato e tornare in Superlega, con le difficoltà connesse. «Sarebbe un problema…», ma rilancia subito verso la stampa: «Scrivete però che vogliamo vincere!». La presentazione finisce con la levata dei flut pieni di vino frizzante per il brindisi a beneficio dei fotografi. «Ecco, adesso potete posare i bicchieri», scherza (ma non troppo) il preparatore e nutrizionista Ade, fedele alla linea zero alcool ormai condivisa dalla quasi totalità delle squadre sportive di alto livello. A fianco l’addetta alle relazioni esterne Teresa Arfelli, ex giocatrice della grande Teodora, mormora: «A noi Sergio Guerra, probabilmente, non avrebbe nemmeno fatto prendere in mano i bicchieri». Ma negli Anni Ottanta bere alcol, per una ragazza in generale, anche se non atleta, era un’anomalia. Decisamente altri tempi. Si parte il 9 ottobre affrontando in casa il Santa Croce. Prosit Consar Rcm!
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