Volley A2 playoff, domenica scattano i quarti con Vibo-Consar Ravenna, l'ex Orduna: «Quanti ricordi in Romagna»

Romagna | 14 Aprile 2023 Sport
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Marco Ortolani
La Consar Rcm celebra con apposita conferenza stampa l’avvenuta qualificazione ai playoff e regala qualche spoiler per la prossima stagione: «Terremo Bovolenta, Mancini e Orioli, apriremo i nostri centri avviamento anche alle bambine, punteremo all’alta classifica». Però, ora, questi playoff sono da giocare. L’abbinamento dei quarti è logisticamente scomodo (Vibo è la località più distante di tutta la A2, si viaggerà in aereo, in passato si usarono addirittura anche il pullman e il treno), ma è pieno di suggestioni: innanzitutto c’è ben poco da perdere, perché la Tonno Callipo era la favorita e ha fatto tutto il campionato «in montagna», sulla vetta della classifica, e quindi il pronostico e le conseguenti responsabilità sono tutti dalla loro parte; ma c’è il pepe che viene dalla regular season nella quale il kinder garden di Bonitta ha colto 4 dei 6 punti in palio, arrivando al quinto set al Pala Malata e travolgendo, al Costa, la squadra del brasiliano Cezar con un fragoroso 3-0. E cominciamo proprio da qui la chiacchierata con Santiago Orduna, oggi leader tecnico della Callipo ed «eroe del Pireo» nella Bunge Ravenna che vinse la Challenge Cup del 2018, nella scia di una tradizione argentina al palleggio che comprende anche Garnica, Cavanna e Kantor (che però, a Ravenna, fece solo l’allenatore). «Arrivammo a quella partita dopo una settimana in cui ci eravamo allenati con difficoltà - ricostruisce Santi - avevamo molto vantaggio in classifica, abbiamo fatto qualche rotazione di formazione e forse ci siamo rilassati troppo. Però i ragazzi di Ravenna giocarono una partita eccezionale, a braccio libero, e ci lasciarono poco spazio». 
Preferivate un’altra avversaria?
«Mi sono abituato a prendere quello che viene. Chi ha, come noi, l’obiettivo di vincere deve battere tutti. A me l’abbinamento va bene, perché torno a Ravenna, dove ho tanti bei ricordi e anche una casa che ho preso a Punta Marina». 
Ricordi legati alle vittorie?
«Sì, ma anche ai luoghi come i vari ambienti del Pala Costa e alla pasticceria di Punta Marina dove, quando potevo, mi concedevo un bombolone, buono quasi come il Dulce de Leche che si fa in Argentina. E alle persone come Ricky Goi e Nunzio del Marinamore, nonostante tutte le parole che gli dicevo quando ci arbitrava in allenamento». 
Si dice che Vibo sia già una squadra da Superlega.
«Abbiamo creato una buona intesa fra giocatori che vengono dalla Superlega, altri che conoscono bene la A2 e alcuni giovani. La Superlega ce la dobbiamo ancora conquistare. Rimane comunque una grande impresa per questa società essere rimasta ad alto livello per così tanti anni».
Che differenze trova con la categoria superiore?
«Direi la velocità della battuta: in Superlega battono sopra i 110 kmh quattro o cinque giocatori per squadra, in A2 solo uno o due. E poi il lavoro tattico e fisico del muro». 
Il nostro «amico» Buchegger come sta?
«Ha dimostrato una volontà eccezionale nel recuperare dopo i brutti infortuni che ha avuto. Siamo molto legati per aver giocato insieme a Ravenna. Dovevamo essere assieme anche a Monza, ma si fece male. Adesso sta bene ed è tornato il cannoniere che ricordate anche voi». 
Come arrivate alla sfida contro Ravenna?
«Bene! Abbiamo giocato anche a Pasqua per la Supercoppa (Vibo, come detentrice della Coppa Italia, doveva affrontare la prima di regular season ma, coincidendo con lo stesso Vibo, il diritto è passato alla seconda, Cantù, battuta per 3-0, ndr), siamo in condizione, non ci sarà il pericolo di sottovalutare l’avversario, al netto della forza dei giallorossi».
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