Volley A2, per la Consar Ravenna c’è un dicembre ricco di incroci pericolosi
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Marco Ortolani
La classifica di A2 è una delle più corte di sempre. La squadra in testa prima del turno infrasettimanale, ovvero la Agnelli Bergamo, ha solo 20 punti, frutto di sei vittorie e ben quattro sconfitte. Vibo Valentia ha perso la leadership, cedendo un punto alla Consar nella gara di domenica scorsa, che ha messo in luce la qualità tecnica e caratteriale del gruppo di Bonitta, che si era portato a condurre per 1-0 e per 2-1. I ravennati, dopo il clamoroso addio di Coscione, si sono presentati in campo con cinque «millennial» (Mancini, Bovolenta e Orioli nati nel 2004; Comparoni e Ceban nel 2001), un 27enne (Pinali) e un 30enne (il capitano Goi) quali unici elementi non under, peraltro con il solo Goi «navigato» nei campionati di A1 e A2 che Pinali ha frequentato marginalmente. Tornando alla graduatoria i valori sono davvero mescolati.
Più definita la situazione in coda, dove Lagonegro e Motta di Livenza hanno perso contatto con il gruppo. I ravennati hanno giocato mercoledì (a giornale chiuso) contro il Reggio Emilia allenato da Luca Cantagalli; domenica prossima trasferta marchigiana a Grottazzolina, località di soli 3mila abitanti, ma dalla solidissima tradizione pallavolistica e con molti elementi del territorio in rosa. L’ultimo impegno del girone d’andata è fissato per domenica 18 al Costa contro il Porto Viro degli ex Erati, Garnica e Bellei. Il mese di dicembre ospiterà infine l’attesissima prima giornata del girone di ritorno, nel giorno di Santo Stefano, in cui i ravennati viaggeranno fino a Santa Croce, per ritrovare Manuele Coscione in maglia avversaria. Probabilmente nemmeno questo «pacchetto» di partite dicembrine sarà utile a dare una fisionomia alla classifica, come Bonitta aveva preannunciato: «In questa A2 quasi tutte le partite sono equilibrate e dal pronostico aperto», sottintendendo che ogni risultato è da conquistare senza che ci sia nulla di facile e, al contempo, nulla di impossibile, come dimostrato sabato, in cui i ragazzini «Made in Ravenna» hanno messo a lungo in scacco una squadra di alto lignaggio, dai budget sostenuti e con due stranieri di rango come Vibo.