Volley A2, Mengozzi e un addio al veleno: «Consar Ravenna, ci sono rimasto male»

Romagna | 01 Giugno 2024 Sport
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Marco Ortolani
La Consar 2024/2025 non avrà al centro della rete la troneggiante immagine del suo numero 1, il gigante di Santerno, al secolo Stefano Mengozzi, bandiera e simbolo di continuità del volley ravennate. Al centro giostreranno il padovano Andrea Canella (lo scorso anno a Grottazzolina) e il lombardo Andrea Copelli (che verrà da Siena proprio come il martello Tallone). «Per la Final Four di Coppa Italia a Cuneo ero pronto - ricostruisce il Mengo - ma non mi è stato concesso nemmeno un minuto in campo. Eravamo d’accordo che avrebbero giocato quelli che avevano giocato meno durante la stagione, ma nella finale contro Brescia, quando le cose andavano male, avrei potuto dare una mano. Era un trofeo importante, valeva la pena tentare tutto». «Inoltre - prosegue Mengo - durante la stagione non sono stato molto coinvolto nelle scelte. Venivo da Perugia, da una squadra fortissima, avrei potuto fare un altro anno lì, ma ho accettato con piacere l’invito di Ravenna, per finire la stagione nella mia città. Nei giorni scorsi ho saputo degli ingaggi di Copelli e Canella e ho capito che per me non ci sarebbe stato posto. Ho accettato l’offerta di Fano, giocherò lì (con Coscione, ndr), ma sono molto deluso da come si è chiuso il rapporto con la squadra». Il sobrio Mengo non lo dice, ma possiamo dirlo noi per lui: un giocatore e un ragazzo così serio meritavano più rispetto da parte di una società a cui ha dato molto e della quale era il giocatore più rappresentativo. Mengozzi è l’ultimo episodio di una serie di non conferme che hanno suscitato malumore, sia fra i diretti interessati, sia fra i tifosi, sia fra gli osservatori esterni, che non compresero la ratio di quelle scelte. Uno dei «gemelli» ravennati di Mengozzi, Matteo Tabanelli, venne epurato all’inizio della gestione-Cormio, che lo sacrificò in favore della vecchia bandiera azzurra Andrea Bari, che giunse con un ricco triennale, sul finire del quale perse il posto da titolare in favore del giovane Goi. Tabanelli, molto deluso, lasciò il volley di vertice a soli 30 anni e si dedicò allo stabilimento balneare di famiglia che tuttora gestisce, facendo solo qualche apparizione in serie C con la Pietro Pezzi, come schiacciatore. Non la prese bene nemmeno Antonio Corvetta che, dopo il primo anno di rientro in A1, non venne confermato da una Cmc che affidò la regia a Zhoukouski e Psarras, mentre il «Corvo» si consolò in fretta, proseguendo la carriera nei top team di Piacenza e Civitanova. Tornando indietro nel tempo ricordiamo anche Errichiello, protagonista per due campionati in maglia Messaggero fino al 1992 e poi non ricompreso nei progetti di Brusi, che puntò sul tandem brasiliano Renan-Giovane, con Margutti e Skiba come alternative. Errichiello disputò altre 4 stagioni fra Reggio Emilia e Mantova prima di abbandonare l’attività. 
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