Volley A2, la Consar Ravenna e quella «moda» dei figli d’arte: si riparte da Zlatanov e Pascucci
Marco Ortolani
Il volley, a Ravenna più che ad altrove, è una «ruota che gira». In molti casi l’amore per questo gioco è stato trasmesso da una generazione all’altra. Non sono pochi i casi di figli che hanno seguito, anche ad alto livello, le orme dei padri. Si parte con il «padre» per eccellenza del volley ravegnano, quell’Angelo Costa, allenatore dei 5 scudetti Robur negli Anni ‘40 e ‘50, che indirizzò alla panchina il figlio Roberto (noto come «il boss», tuttora dirigente della società che porta il nome del padre) che vinse, nel 1976, il titolo italiano Juniores. Due bandiere ravennati degli Anni Sessanta e Settanta come Aldo Bendandi e Pierluigi Rambelli hanno visto i primogeniti Simone e Lorenzo occupare per molti anni la cabina di regia delle squadre di Ravenna dalle giovanili fino alla massima serie e alle competizioni internazionali. Più recentemente ha vestito la maglia di Ravenna in serie A Francesco Recine, figlio di Stefano e di Beatrice Bigiarini dai quali ha ereditato il numero (il 9), ma non il ruolo: centrale-opposto il papà, palleggiatrice la mamma, mentre Checco è un martello. Doppia discendenza anche per Alessandro Bovolenta, opposto negli ultimi 2 anni di A2 e figlio del compianto centrale Vigor e di Federica Lisi (regista che, però, della Teodora fu solo avversaria). Anche una delle sorelle di Alessandro, Arianna, è a sua volta in evidenza nella nazionale Juniores. Hanno solo annusato la prima squadra di Ravenna Pietro Margutti (figlio di Stefano), Matteo Guerra (figlio di Sergio e fratello di Michela che vinse uno scudetto con la Teodora) e Lorenzo Maretti (figlio di Livio), mentre i figli di Sartoretti, Rinaldi e Gardini hanno giocato in altre città. E veniamo ai giorni nostri: nella rosa Consar 2024/2025 troveremo Manuel Zlatanov e Giovanni Pascucci, due cognomi che non passano inosservati. Il papà del promettente Manuel, classe 2008, è Hristo, detto Itzko, che giunse «talentino» a Ravenna per poi perfezionare la carriera in altre piazze e in nazionale, divenendo poi apprezzato dirigente a Piacenza. Hristo, a sua volta, è figlio di Dimitar, supercampione bulgaro della Kappa Torino. Addirittura, quindi, un «nonno d’arte» per Manuel. Giovanni è figlio dei cervesi Paolo Pascucci (una buona carriera in A2 fra Cervia e Forlì) che conobbe la moglie Costanza quando lei era impegnata nelle giovanili della Teodora. Il fratello gemello di Paolo, Stefano, è poi uno degli immortali del Messaggero campione del 1991.