Volley A2 donne, si ferma anche la Teodora: "In arrivo un biennio drammatico, indosseremo l’elmetto, faremo sacrifici e punteremo sul vivaio"

Romagna | 11 Aprile 2020 Sport
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Cala il sipario anche sul volley femminile. Più o meno con lo stesso modus operandi, infatti, anche i club di A1 e A2, tra cui la Teodora Ravenna, hanno preso parte lunedì pomeriggio in video-conferenza all’assemblea di Lega. L’esito delle votazioni sottoposte ai club, in merito alla conclusione della stagione 2019-2020, ha determinato il termine anticipato del campionato, la promozione in A1 delle due società (San Giovanni in Marignano e Trento) che occupano i primi due posti della Pool Promozione e l’annullamento delle retrocessioni in B1. Tali determinazioni verranno sottoposte dal presidente Mauro Fabris alla Fipav, che dovrà poi provvedere alla ratifica dopo il Consiglio Federale. «Abbiamo scelto di proporre alla Federazione l’interruzione del campionato di A2 - spiega Giorgio Bottaro, direttore generale della Teodora - perché le società sono stremate e il contorno generale, drammatico, non può permettere la ripresa. L’anno prossimo, se tutto sarà confermato, ci saranno due squadre in più in A1 e due in meno in A2, con il campionato che dunque avrà 18 squadre».
Per la Teodora, dunque, si chiude definitivamente una stagione molto positiva, come spiega lo stesso Bottaro: «Che stagione è stata? Beh, ci siamo tolti tante soddisfazioni. La prima: essere riusciti a costruire uno staff tecnico a forte impronta ravennate, a cominciare da Bendandi. E’ stata un’intuizione vincente non tanto per il numero di partite vinte, ma per la qualità e l’organizzazione del lavoro, a partire dagli allenamenti. Questo era e sarà un marchio di fabbrica importante, che ha acceso l’interesse su di noi di tante società sportive italiane, anche di A1. Il nostro è un modo di lavorare da alta A1. Poi ci sono le partite vinte, la crescita delle giocatrici, l’aver avuto in campo tre 2001 e una 2000, aver visto la giovanissima Poggi, ravennate e classe 2001, titolare al posto di Morolli in regia. Insomma, il percorso di crescita ha funzionato fuori dal campo e dentro al campo, senza dimenticare Piva, Altini e Calisesi, ma anche il recupero di Canton e di chi ha giocato meno». 
Ora, con una serie infinita di dubbi legati inevitabilmente all’emergenza coronavirus, cosa succederà in casa Teodora? Bottaro la vede così: «Il futuro? Ci sarà. Dovremo essere bravi a ritagliarci uno spazio in quello che verrà e accadrà. Ho la fortuna di avere un presidente appassionato, che non lesina consigli e interventi personali. Per rispetto a lui e alle altre aziende, oggi ma soprattutto domani il mio compito sarà quello di pensare a un futuro diverso, anche nella peggiore delle ipotesi, con introiti abbattuti del 50 per cento. La strategia, insomma, va ripensata e qui tocca a me. Si deve ripensare il modo di fare la pallavolo, a cominciare dagli allenamenti e dai viaggi. Dovremo fare sacrifici. Io sono pronto a mettere l’elmetto e ad alzare i sacchi di sabbia, perché dobbiamo innanzitutto resistere al prossimo biennio, che sarà drammatico». Bottaro prende fiato e ricomincia: «Dove non bisogna venir meno, invece, è l’attività giovanile, con due aspetti fondamentali: noi siamo innanzitutto operatori sociali prima che sportivi, perché teniamo nel palazzetto ragazzi e ragazze, che possono crescere in un ambiente sano. Quindi continueremo ad investire nel settore giovanile, perché prima di tutto questo è un dovere sociale per la nostra comunità. Secondo aspetto: come successo con Poggi, vorrei vedere nuove ragazze allevate in casa giocare in prima squadra. La pallavolo sostenibile è un piano fondamentale soprattutto in una fase che si annuncia durissima». (l.a.m.)
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