Volley A2, da Casadio e Venturi a Monopoli oggi: l’alzatore «vintage» va ancora di moda a Ravenna

Marco Ortolani
La separazione di Manuel Coscione dal progetto-Consar ha lasciato perplessi. Il regista piemontese-romagnolo era stato protagonista di tutte le 8 gare disputate in questo campionato, avvicendato solo nella seconda metà del match contro Brescia, che aveva messo in luce il 18enne Mancini. Bonitta gli assegnava un minutaggio pieno e non lo inseriva nemmeno nel classico doppio cambio sulla diagonale di regia e nulla lasciava presagire l’abbandono e un nuovo tesseramento a Santa Croce, una rivale diretta dei ravennati in questo campionato. A Coscione subentra Natale Monopoli - 47enne, ex nazionale, proveniente dal Potenza Picena in A3 - ulteriore conferma che, con una corretta gestione di fisico e motivazioni, le carriere dei pallavolisti (e dei palleggiatori in particolare) possono allungarsi sensibilmente. Da quanto visto a Cantù (sconfitta 1-3 dopo un grande primo set dei ravennati, beffati ai vantaggi nel secondo, prima di un brutto calo) il regista titolare dovrebbe rimanere Mancini. A Santa Croce Coscione ha giocato per 5 set da titolare nella vittoriosa trasferta di Bergamo, relegando in panchina il pur ottimo Acquarone. Il richiamo di un regista «vintage» ha diversi precedenti a Ravenna. Nel 1988 un’indisposizione del titolare della Conad Marco Venturi (e l’inesperienza del giovane Rusticali) indusse Brusi e Ricci a richiamare Luca Casadio, che aveva abbandonato l’attività per iniziare la professione di pediatra, ma che aveva conservato un’accettabile condizione fisica. Casadio ripropose il suo palleggio vellutato, trovando un’intesa speciale con il bomber croato Causevic che portò punti importanti per la salvezza di quella Conad. In seguito Casadio diventerà fondatore della Angelo Costa e poi presidente per oltre un decennio del Porto Robur Costa. Lo stesso Marco Venturi fu protagonista di due rientri clamorosi. Nei playoff del 1996 (a 38 anni), quando aveva abbandonato da tre anni l’attività, venne rilanciato per sostituire Bellini in un delicato match di playoff contro la Sisley Treviso, in cui non riuscì per poco a condurre i ravennati alla vittoria. E ancora, incredibilmente, nel 2007, a 49 anni e mezzo, tenuto in forma dalla saltuaria attività nella nazionale Veterani, fu richiamato dall’allenatore del Porto Nino Beccari per sostituire l’indisponibile Lorenzo Rambelli (e l’acerbo vice Oddi). Il suo ingresso in campo rovesciò le sorti di quel match del campionato di B1, che venne vinto per 3-1, regalando un’appendice spettacolare ad una carriera ventennale, che sembrava conclusa 14 anni prima. In campo femminile colpisce la carriera di Doria Carnesecchi (riminese, riserva di Manù Benelli alla Teodora, madre di Elisa Morolli) che rimase in campo fino alle soglie dei 50 anni. Tenendo come riferimento l’ottimo primo set di Cantù i ravennati scenderanno sabato fino a Vibo, che ha visto la sua partita di domenica scorsa (a Reggio Emilia) rinviata per il ritorno dello spettro Covid (più di tre casi fra i calabresi). Fra i locali la diagonale è Orduna-Buchegger, la stessa che portò Ravenna alla vittoria del 2017 in Challenge Cup.