Vino, nasce «Brisighella anima dei tre colli» da cinque storiche cantine che si uniscono per promuovere il territorio

Riccardo Isola - Una nuova realtà collettiva è nata sul territorio per promuovere l’identità di sorsi in terra di Romagna. Sulla falsariga di quello che è successo a Predappio e a Modigliana, oggi anche la sottozona Brisighella ha, finalmnete e per fortuna, la sua associazione di promozione dedicata alla produzione di vino in questa specifica sottozona romagnola. Si chiama «Brisighella anima dei tre colli». Nasce su input di cinque storiche aziende che tra le marne, i gessi e le argille da decenni producono vini che parlano di terroir . Un racconto declinato in tre semantiche di sorso differenti. Dall’elegante slancio di altura si passa attraverso la fine freschezza dell’imporonta del gesso arrivando fino alla più meridionale determinata sapidità e struttura dell’argilla. Sono tre diverse anime, appunto, ma che finalmente accordano la timbrica della narrazione in una chiave interpretativa unica, quella della comunione d’intenti per dare una spinta ulteriore alla promozione di questo specifico areale romagnolo.

I CINQUE «MOSCHETTIERI»
Stiamo parlando dell’azienda Gallegati, il cui co-titolare Cesare Gallegati è anche presidente della neonata associazione, Vigne dei Boschi, il cui proprietario Paolo Babini ricopre il ruolo di vice presidente, la suggestiva realtà di Baccagnano (Marco Ghezzi), attraversando la freschezza e pungente personalità di Vigne di San Lorenzo (Filippo Manetti) per arrivare alla sofisticata identità regalata da Fondo San Giuseppe (Stefano Bariani). A questi si è immediatamente aggiunta anche la Collina di Mirja Scarpellini e con essa hanno già presentato la forte determinazione a prendere parte a questo progetto  anche diverse altre realtà del territorio. Allo stato attuale, quindi si contano circa una 20 di cantine già pronte ad aderire. E’ uno slancio tanto necessario quanto imprescindibile che finalmente trova anche questa sottozona la voglia di  puntare su questa voglia d’emersione identitaria puntando sulla veridicità e autenticità di sorso.

IMPOSTAZIONE E FILOSOFIA
«L’idea - sottolinea il presidente Cesare Gallegati - è valorizzare il territorio e i suoi vitigni, dal Sangiovese all’Albana arrivando fino al Trebbiano,  perché abbiamo sentito l’esigenza del potenziale emozionale. Nel mondo del vino non basta più avere la qualità, ma serve saper valorizzare di più, meglio e in modo differente quello che comunque è un dato di fatto: a Brisighella c’è una produzione che sa interpretare e far parlare il terroir. Lo fa nelle singole identità dei vignaioli ma crediamo che lo possa e lo debba fare ancora di più grazie a una comunione di intenti e sforzi».

EVENTI PROMOZIONALI
Non mancheranno anche eventi per iniziare a raccontare in maniera determinante cosa Brisighella ha da offrire in termini d’identità vitivinicola. In primis c’è l’edizione del 22 e 23 luglio di Borgo Indie che si terrà al Convento dell’Osservanza in cui banchi d’assaggio, momenti di condivisione, musica e approfondimenti permetteranno ad addetti del settore e appassionati di entrare. Il secondo evento, ancora in fase embrionale, si dovrebbe tenere tra fine agosto e settembre alla cava marana. Un incursioni in una dei simboli dell’ipogeo del gesso di questo territorio, non solo brisighellese ma romagnolo, in cui ancora il vino e i suoi protagonisti saranno il filo rosso del racconto collettivo. Ma il vero e proprio evento di lancio sarà quello dell’uscita di un vino «comunitario»  a firma dell’associazione. «Stiamo parlando - confermano dall’associazione - del marzo 2025 quando verrà immesso sul mercato un vino frutto di un “disciplinare” interno condiviso in cui l’Albana trova la sua, per noi, massima espressività territoriale». Una rappresentazione concreta delle potenzialità di questo vitigno, che nell’areale che abbraccia la valle del Lamone e quelle del Sintria e Senio viaggia sui 200 ettari vitati, sui 900 totali della Romagna. Sorsi declinati nelle singole cantine ma con una valenza più ampia e credibile soprattutto per la rappresentazione di questo vino a livello nazionale e internazionale. Finalmente si sta notando un fermento propositivo  «dal basso» nelle sottozone romagnole. Effervescenza che dimostra la voglia di far conoscere peculiarità e caratteistiche autentiche dei vari terroir. Propositività rivolta in un’ottica che è si frammentata ma coordinanata e convergente su una promozione di contenuti positivi per il racconto del prodotto «vino di Romagna».