Università, parla Luca Cipriani, neo presidente del Campus di Ravenna: «+12% di iscritti, ma mancano servizi per gli studenti»

Marianna Carnoli - Ravenna è capofila per quanto concerne l’aumento di iscrizioni delle matricole all’Ama Mater di Bologna: con il suo +12% supera le sedi di Bologna (+3%), Cesena (+3%), Rimini (+4%). Questo è ciò che emerge dai dati presentati la scorsa settimana dal Rettore, Giovanni Molari. Il vero primato, però, lo registrano gli studenti internazionali, che rappresentano il 14% di tutti gli iscritti all’Alma Mater ed aumentano del 23% (l'anno scorso era stato dell'11%). Le crescite più importanti riguardano Cina (+27%), Turchia (+43%), Russia (+8%), Pakistan (+172%), Turchia (+43%), Germania (+50%), Belgio (+253%), Spagna (+143%) e Romania (+24%). «Da noi il numero di stranieri è aumentato grazie al corso di laurea in building construction engineering, nato dal processo di internazionalizzazione del corso in ingegneria edile, attivato dal dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali dell’Università di Bologna, nella sede di Ravenna - ha commentato Luca Cipriani, neo eletto presidente del Campus Ravennate per il triennio ‘25/’28, professore associato dell’Università di Bologna, afferente al dipartimento di architettura e da 20 anni a Ravenna-. Cerchiamo di legare i corsi di laurea all’identità del territorio, così vanno molto bene Conservazione dei beni culturali, ma anche Giurisprudenza e Medicina». In controtendenza con dati che parlano di aumento delle matricole, il corso di laurea triennale in ‘Storia, società e culture del Mediterraneo’, attivato 4 anni fa e che quest’anno non verrà rinnovato proprio per carenza di iscritti. «Purtroppo non sempre la società risponde alle sollecitazioni che diamo: stiamo ragionando proprio in queste settimane sulla formazione didattica- ha spiegato Cipriani- per riprogettare alcuni corsi di studio, magari dar vita a nuovi progetti e sviluppare ulteriormente il Campus cittadino». In un’ottica di riorganizzazione degli spazi per concentrare in meno edifici l’attività del Campus, Cipriani ha spiegato come le molte piccole sedi aumentino i costi di portineria, ma anche di affitto e rendano difficile implementare i servizi per gli studenti che quest’anno superano le 4 mila unità. «Oggi contiamo su 23 corsi distribuiti in più dieci sedi tra cui due a Faenza ed una a Lugo: abbiamo bisogno di ottimizzare gli spazi per sfruttarli al meglio. Nell’ex chiesa di San Niccolò che fino a fine 2024 ha ospitato il Museo Tamo, verrà realizzata una nuova sala studio di quasi mille mq mentre le corti interne saranno attrezzate per i laboratori e le aule dei corsi di laurea in Restauro, su una superficie di circa 400 mq. Poi stiamo pensando a come creare una mensa per i nostri studenti, anche questa difficile da pensare in un Campus diffuso come il nostro adesso». Di fronte ad una nuova diminuzione dei fondi dello Stato alle università, il Campus di Ravenna si rimbocca le maniche. «Razionalizzeremo l’offerta formativa per renderla sempre più aderente alla realtà e più vicina alle forze effettive dell’Ateneo che continua ad esercitare un’ottima attrazione sui giovani. Visto che oggi contiamo su un milione di mq di edifici, come già detto, cercheremo di lasciarne di piccoli e sceglierne di più ampi, magari di minor pregio architettonico, ma con maggiori spazi utili». Entro giugno, in via Sant’Alberto, saranno pronti i nuovi spazi per il corso di laurea in Scienze Ambientali e delle Magistrali in Biologia Marina e in Scienze e tecnologie per la sostenibilità ambientale che tra problemi di appalti e Superbonus sono in ritardo di circa 4 anni. La nuova sede, con 4 laboratori didattici, uno informatico ed 11 aule più una studio si svilupperà su 1100mq». Sulla carenza di alloggi per studenti Cipriani è fiducioso: «mi auguro che lo studentato San Vitale- San Giovanni con i suoi 30 posti, inaugurato lo scorso ottobre e il nuovo da 110 posti in zona stazione i cui lavori dovrebbero terminare tra 2 anni possano aiutare concretamente i nostri iscritti. Resta, comunque, il problema dei trasporti che ha contribuito alla riduzione del numero dei pendolari: purtroppo Ravenna è collegata molto male con il trasporto pubblico a dimostrazione che evidentemente gli studenti non sono la prima risorsa economica di questo territorio».